Al via il bando per i lavori da 34 milioni di euro per il restauro del carcere di Santo Stefano

Sul piatto 31 milioni di euro di lavori più 3 di progettazione: l’obiettivo è di restaurare il carcere borbonico in disuso dal 1965

carcere di Santo Stefano

Parte oggi il concorso internazionale di progettazione per l’ex carcere borbonico nell’isola di Santo Stefano di Ventotene. A dare l’annuncio è stata la commissaria straordinaria di governo Silvia Costa insieme con Daniele Leodori, vicepresidente della Regione Lazio, Francesco Carta, assessore delegato e Invitalia, soggetto attuatore del contratto istituzionale di sviluppo.

Sul piatto 31 milioni di euro di lavori più 3 di progettazione: l’obiettivo è di restaurare il carcere borbonico in disuso dal 1965

Il bando, al quale potranno partecipare tutti i soggetti in possesso dei soli requisiti professionali, resterà aperto fino a mezzogiorno del 23 settembre. Al gruppo di progettazione sono richieste competenze nel campo del restauro, della progettazione architettonica, paesaggistica, museografica, digitale, oltre che ingegneristica in tutti i suoi aspetti strutturali, geotecnici e impiantistici che dovrà essere integrato da restauratori, archeologi, storici dell’arte, antropologi, ornitologi, biologi marini, agronomi, botanici e tecnici abilitati a sottoscrivere le varie istanze autorizzative del progetto.

L’obiettivo è di restaurare ed adattare quella struttura monumentale ospitata sullo scoglio di Santo Stefano per finalità culturali, espositive, e di alta formazione, in una dimensione europea ed euro-mediterranea. La volontà dell’amministrazione di ristrutturare il carcere di Ventotene risale alla visita dell’allora presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e del Ministro alla Cultura, Dario Franceschini, del 30 gennaio 2016.

Il carcere borbonico è in disuso dal 1965. Da allora l’unico impiego che ne è stato fatto è stato quello di fungere da set cinematografico per diverse pellicole.

Al via il bando per i lavori da 34 milioni di euro per il restauro del carcere di Santo Stefano 1
Uno scorcio dell’architettura di pregio del carcere borbonico di Santo Stefano

«Il lancio di questo concorso internazionale – sono le parole della commissaria Silvia Costa – costituisce la fase più importante del processo di ‘rigenerazione’ del sito dopo i lavori in ‘somma urgenza’ già realizzati e l’imminente aggiudicazione della gara di appalto per l’intervento di messa in sicurezza e parziale restauro conservativo del Panottico. Ricordo che l’ammontare degli interventi da progettare è pari a 31 milioni di euro, mentre le risorse stanziate per la progettazione e la direzione dei lavori sono oltre 3 milioni di euro. Il Progetto di conservazione, restauro e riuso dell’ex carcere borbonico è l’occasione per rigenerare un luogo altamente simbolico che dovrà essere in grado di ‘parlare’ alle nuove generazioni europee, restituendo alla memoria collettiva l’identità di Santo Stefano di Ventotene, a partire dalle vicende storiche e dalle esperienze umane che hanno segnato i centosettanta anni di vita del Carcere in una storia integrata con l’isola madre di Ventotene, culla d’Europa».

La struttura è dell’epoca borbonica: il penitenziario, infatti, venne costruito a partire dal 1795. Durante il ventennio fascista il carcere continuò ad essere un luogo privilegiato per la collocazione di dissidenti politici. Detenuti famosi di questo periodo furono Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro, Rocco Pugliese e Sandro Pertini, quest’ultimo indimenticato Presidente della Repubblica Italiana.

Il valore europeista delle Isole Pontine, e quindi il valore simbolico del restauro del carcere di Santo Stefano, è identificato nel Manifesto di Ventotene “Per un’Europa libera e unita.” scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi che il regime fascista aveva confinato in quell’isola.