Ostia: storia di Ion, il clochard premiato dalla città

Nel pomeriggio di sabato c'è stato l'ideale taglio del nastro del ponte restituito ai cittadini grazie all'operato di un uomo infaticabile

Ostia: questo sabato sarà una giornata nel suo piccolo da ricordare e scolpire nella memoria, il 25 febbraio, perchè idealmente i cittadini rivolgono numerosi applausi e con la loro presenza certificano i ringraziamenti a Ion, il loro angelo che ha permesso con il suo operato di ripitturare e mettere in sicurezza tutto il ponte pedonale di Lido Centro.

Nel pomeriggio di sabato c’è stato l’ideale taglio del nastro del ponte restituito ai cittadini grazie all’operato di un uomo infaticabile

Incontratosi dal lato del ponte che immette su Largo Giovanni Roncagli, oggi alle 14.30, il gruppo di cittadini ha donato a Ion Popescou un salvadanaio con qualche spicciolo per ringraziarlo del grande lavoro svolto, partito tra ottobre e novembre dell’anno scorso.

Lavoro fatto in solitaria e interamente a spese sue, con una riverniciatura totale e certosina ed una manutenzione accurata (leggi qui) praticamente conclusosi questo pomeriggio con il taglio ideale del nastro, per un ponte che adesso torna al servizio di Ostia nel suo pieno splendore.

Al contrario in passato lo stesso ponte era stato transennato, con la furia dei residenti che lo aveva riaperto manualmente (leggi qui) nonostante alcuni lampioni pericolanti (leggi qui).

Ion Popescou, 54 anni, da Calafat, cittadina romena al confine con la Bulgaria, 4 figli e in italia dal 2004, da diverso tempo residente a Campo Ascolano, ci racconta come questa sua piccola impresa è nata e cosa farà adesso nell’immediato futuro.

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Il taglio del nastro da parte di Ion

“Io, – esordisce Ionsono felice perchè amo questa città e devo dire che è stato un piacere raccogliere la richiesta di una signora che, quasi per scherzo, mi aveva chiesto, sapendo che facevo un po’ tutti i lavori manuali da quando sono arrivato nel 2004, – di dare una sistemata al ponte. Io l’ho presa sul serio invece, perchè amo quello che faccio e se posso dare una mano a questa terra che mi ha accolto è davvero un piacere”.

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Alla domanda se si aspettava questi piccoli grandi riconoscimenti, risponde: “No, io l’ho fatto per far vedere che se uno vuole lavorare e fare del bene non conta da dove viene, e ora so che la gente che sa la mia storia sarà felice di passare su questo ponte e almeno qualcuno mi penserà positivamente. E poi questo diploma che attesta il mio impegno è la cosa più bella, quello no, non me lo aspettavo, non pretendevo nulla in cambio, ringrazio Ostia e i suoi cittadini”.

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“Poispiega il 54enne di Calafat proprio pochi giorni fa, mentre stavo terminando gli ultimi ritocchi, anche se qualche giorno ancora me lo prenderò per terminare alcune rifiniture alle verniciature – la signora Doriana dello stabilimento Elmi di Ostia si è presentata sul posto e con mia grande gioia mi ha offerto un lavoro”.

“La proprietaria dello stabilimento Elmi – racconta il signore romeno – ha affermato che apprezzava come lavoravo e che se volevo sarei stato assunto con contratto regolare per 6 mesi per fare delle manutenzioni simili a questa e poi si vedrà se continuare la collaborazione. Finiti gli ultimissimi interventi qui, sarò operativo all’Elmi dal prossimo Primo marzo”.

“Questa – spiega Ion – è una grande soddisfazione per me, perchè sono stato infortunato 3 mesi per la rottura delle costole dovuta a un vecchio incidente sul lavoro e poi mi sono messo subito a curare questo ponte. Ora finalmente avrò di nuovo un vero lavoro, io che mi sono sempre dato da fare sia qua che in Romania”.

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Ion racconta delle prime esperienze lavorative in Italia: Arrivato a Roma nel 2004 ho lavorato per 8 anni per una grossa ditta edile della Capitale che ora non c’è più, regolarmente assunto, la Flaminia 888. Poi quell’ azienda si è sciolta e da allora ho svolto occupazioni saltuare per andare avanti fino ad ora.

“Spero – conclude il 54enne – che avendo io Ostia nel cuore, riesca finalmente a stabilizzarmi sia fisicamente che a livello occupazionale in questa città”.

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La cittadinanza si stringe fisicamente in queste foto ricordo attorno al suo angelo romeno che ha mostrato come forza di volontà e integrazione possano esistere e non si debba sempre parlare negativamente degli stranieri che vivono nel nostro Paese e nella Capitale.

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