Omicidio Cerciello, non era reato bendare Hjorth

In primo grado il carabiniere era stato condannato per aver bendato uno degli americani appena fermati per l'omicidio del brigadiere Cerciello

La foto dell'americano dopo il fermo dell'omicidio Cerciello
L'americano fotografato dopo il bendaggio

Assolto in appello il carabiniere Fabio Manganaro finito sotto processo per il bendaggio di Christian Natale Hjorth, uno degli americani condannati per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega.  Lo ha deciso oggi la prima Corte d’Appello di Roma con la formula perché il fatto non costituisce reato.

In primo grado il carabiniere era stato condannato per aver bendato uno degli americani appena fermati per l’omicidio del brigadiere Cerciello

In primo grado Manganaro, all’epoca dei fatti maresciallo, era stato condannato a due mesi per l’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge.

La difesa aveva sostenuto che Hjorth venne bendato, e i suoi polsi legati alla sedia, come misura di emergenza per frenare i suoi gesti violenti. E la foto che lo ritrae in quello stato fu diffusa in una chat riservata fra 18 carabinieri di varie caserme d’Italia “al fine di rassicurare tutti i partecipanti sul fatto che i due responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega erano stati arrestati”.

Per il delitto avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Prati, il processo di appello aveva condannato a 24 anni Finnegan Lee Elder e a 22 anni Gabriel Natale Hjort. Nei giorni scorsi nelle ultime battute dell’appello bis le richieste di condanna sono state riformulate

La difesa

Il difensore del carabiniere, l‘avvocato Roberto De Vita, incassata l’assoluzione, ha subito commentato la sentenza: “Questa sentenza deve essere letta e quando ci saranno le motivazioni dovrà essere approfondita dall’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e dall’ex comandante dei carabinieri, il generale Giovanni Nistri che per primi ebbero a condannare, senza nemmeno approfondire e attendere gli esiti processuali, l’operato di un militare che in 25 anni di servizio ha onorato l’Arma“.

Per l’avvocato “questa sentenza ristabilisce quella fiducia verso la giustizia che le conclusioni del pm in primo grado e con la sentenza del giudice monocratico si era smarrita”, ha aggiunto il difensore ricordando la condanna a 2 mesi inflitta in primo grado al suo cliente.

La fotografia

Lo scorso novembre, invece, era stato condannato a un anno di carcere il carabiniere che aveva scattato la fotografia dopo il bendaggio dell’amercano da parte del maresciallo.

Al carabiniere veniva contestato non solo di aver fotografato Hjorth mentre era bendato nella caserma di via In Selci, subito dopo il fermo per l’omicidio, ma anche di aver diffuso la foto in un gruppo WhatsApp.

I reati contestati e riconosciuti in primo grado: abuso e rivelazione di segreti d’ufficio. La procura aveva chiesto una condanna ancora più pesante, un anno e due mesi.