Ostia, Labur: “Lo scandalo dei varchi a mare targati M5S”

L'ormai imminente avvio della stagione balneare sul litorale, torna a puntare i riflettori sulle condizioni dei varchi sul lungomare del Lido di Roma. 

pontile
L'imbarazzante scenario del varco a mare di fianco al Pontile successivamente pulito da alcuni volontari

Dopo l’annuncio dell’avvio il 15 maggio della stagione balneare sul litorale romano (leggi qui), LabUr è tornato a denunciare le condizioni dei varchi sul lungomare di Ostia.

L’ormai imminente avvio della stagione balneare sul litorale romano, torna a “inevitabilmente” a puntare i riflettori sulle condizioni dei varchi sul lungomare del Lido di Roma: Ostia.

Soltanto pochi giorni fa vi avevamo parlato dello svuotamento dei cestini dei rifiuti di Piazzale dei Ravennati da parte di Ama, che aveva finalmente riportato civiltà e decoro alla zona del Pontile, simbolo di Ostia (leggi qui). Nonostante l’intervento degli operatori ecologici, l’area dei varchi rimaneva in pessime condizioni, tra cartacce, bottiglie e plastiche varie. Nel frattempo un gruppo di volontari ha ripulito il varco di Ponente, ma il problema è stato tamponato e non risolto. Oltretutto sul lungomare rimangono le criticità legate all’accessibilità alla spiaggia.

Sulla questione è intervenuto Labur (Laboratorio di Urbanistica) che ha parlato di nessun rinnovamento funzionale delle spiagge libere e di propaganda politica da parte dell’amministrazione del Movimento Cinque Stelle.

Imbarazzante – si legge nella nota – la gestione degli ultimi 5 anni dei cosiddetti ‘varchi a mare‘, nati per consentire un ulteriore corridoio per l’accesso libero all’arenile ma soprattutto per il passaggio ai mezzi di intervento e soccorso per le operazioni di sicurezza a mare. Il caso più grave è il varco da sempre chiuso presso la spiaggia ex-ARCA, oggi divenuta libera e chiamata SPQR a seguito di dubbie vicende.

Il varco è sbarrato da un cancello.  – prosegue la nota – A metà tra la spiaggia libera e il Gambrinus, il varco sarebbe invece di fondamentale importanza vista la sua prossimità a una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri di soccorso. Imbarazzante che il M5S di Ostia abbia dichiarato di averlo sostituito con il semplice ingresso della spiaggia non capendo che l’uso del varco è per interventi di emergenza.

cancello ex arca

Altro esempio, i due varchi al pontile ancora impraticabili. Ricordiamo che la storia dei varchi risale a 32 anni fa e sono stati teatro di mala politica che ha giocato sempre e solo a scaricabarile su “quelli di prima“.

Era un giovedì, quel 4 maggio 1989, quando Angelo Russo, presidente dell’Assobalneari, scaduto il lunedì precedente l’ultimatum del comandante Spadoni della Capitaneria di porto, inveiva contro l’apertura forzosa di 12 varchi a mare sostenendo che ‘chi vuole, può accedere al mare attraverso gli stabilimenti, senza pagare’. Già allora il problema dei varchi era chiaro: chi li deve controllare, gestire, pulire? Il 3 aprile 1990 la stessa Capitaneria di porto assieme a Daniele Fichera, ‘dell’assessorato al Litorale’, decisero di richiudere quei varchi diventati sporchi, pieni di siringhe e rifiuti, a causa della mancata custodia. Quello che doveva rappresentare il fiore all’occhiello dell’amministrazione capitolina divenne un fallimento epocale con l’emissione dell’Ordinanza di chiusura della Capitaneria n.18 del 30 aprile 1990.

La riapertura dei due varchi ai lati del pontile è stato l’unico intervento effettuato negli anni successivi. Fu decisa con la determinazione dirigenziale n.1996 del 23 luglio 2014 a firma del direttore del Municipio Roma X, Claudio Saccottelli, scelto da Andrea Tassone (poi finito agli arresti per Mafia Capitale), entrambi coinvolti nel processo penale, ancora in corso, della pedonalizzazione del lungomare di Ostia, che prevedeva l’allestimento di chioschi commerciali gestiti da un’attivista del M5S, Alessio Lotito.

Una vicenda, quella dei varchi, che sgonfia il palloncino dei faraonici progetti che hanno investito, di amministrazione in amministrazione, il Lungomare di Ostia. LabUr, ancora una volta, per testimoniare questo degrado ignorato colpevolmente e dolosamente dal M5S, ha chiesto l’intervento come polizia giudiziaria da parte della Capitaneria di porto, competente per il danno ambientale creatosi (rifiuti, degrado) e per il ripristino della sicurezza a mare (impedita dall’abbandono o chiusura dei varchi)“. – conclude Labur.

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