Ubriaco e a cento all’ora, investe e uccide un giovane medico. Il giudice boccia l’accordo sulla pena.
Il medico stava andando a fare jogging a Villa Borghese, travolto a tutta velocità
La Bmw lanciata a cento chilometri orari e un automobilista brillo alla guida. Nella traiettoria finisce un giovane – un medico di 37 anni – uscito per andare a fare jogging a Villa Borghese. Era morto così la sera del 19 marzo, in un attimo, Luca Furcas, medico specializzando all’università La Sapienza. Scaraventato sull’asfalto di via Pinciana per una cinquantina di metri. Nessuna possibilità di salvezza.
Ora l’automobilista finito sotto accusa di omicidio stradale con l’aggravante della guida in stato di ebrezza e della velocità – un 26enne di origine romena nato a Roma – ha provato con la procura l’accordo sulla pena: tre anni e mezzo di reclusione con la sospensione. Accordo negato.
Per il gip Livio Sabatini, che ha rifiutato il patteggiamento, l’imputato non sarebbe meritevole delle circostanze attenuanti. Il limite della velocità di 30 chilometri orari violato col superamento dei cento. E abbondante superamento anche del limite di alcol ammesso alla guida.
Quindi ora il difensore Filippo Valle potrebbe giocare la carta del rito abbreviato, subito richiesto.
L’automobilista dopo il terribile investimento si era fermato in stato di choc. E per lui non sono mai scattate misure cautelari.
Una vita stroncata
Luca Furcas, originario di Cagliari, si trovava a Roma per completare gli studi alla Sapienza. La sua vita, piena di progetti, è stata stroncata senza neanche il tempo di rendersene conto.
La famiglia – madre, padre e fratello – del giovane medico, assistita dall’avvocato Antonello Madeo, si è costituita parte civile e chiede giustizia.