Dalla Asl Roma 6 un nuovo protocollo Tso: cosa cambia nel trattamento sanitario obbligatorio nei 21 comuni dei Castelli

Presentato il nuovo protocollo unificato per realizzare e somministrare il trattamento sanitario ad hoc ai pazienti affetti da malattie mentali

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Dalla Asl Roma 6 nasce l’applicazione di un nuovo protocollo di gestione del Tso, Trattamento Sanitario Obbligatorio. Le nuove linee guida sono state presentate durante un evento in collaborazione con la Procura della Repubblica di Velletri.

Presentato il nuovo protocollo unificato per realizzare e somministrare trattamenti sanitari ad hoc ai pazienti affetti da malattie mentali

Sono state affrontate tante tematiche nell’aula convegni dei Castelli Romani, prima fra tutte la presentazione del nuovo protocollo del Tso per preparare, studiare e somministrare il trattamento sanitario obbligatorio ad hoc e darne adeguata comunicazione ai parenti e ai pazienti stessi affetti da malattie mentali.

Da ricordare che il Tso viene disposto sul malato quando risulta pericoloso per sè o per gli altri e a deciderne l’esecutività da parte del personale sanitario, anche sotto l’assistenza delle forze dell’ordine, è il sindaco o un suo delegato.

Dopo l’introduzione sull’importante iter in fase di studio e preparazione relativo al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) ci sono stati vari interventi a riguardo da parte di eccellenze sanitarie della regione, a partire dal Direttore Generale della ASL Roma 6  Guglielmo Di Balsamo, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri Giancarlo Amato.

Questi incontri sono stati molto importanti per presentare i nuovi iter di tutela rafforzata anche grazie a iniziative che permettano al paziente di essere tutelato come soggetto fragile presente nel territorio, in un approccio multiprofessionale e multidisciplinare, che rappresentava il fulcro di questa iniziativa.

Il nuovo approccio ai Tso proposto dalla Asl sarà da subito operativo e adottato da tutti gli “attori” coinvolti e coinvolge professionisti sanitari, forze di polizia, amministrazione comunale, dipartimento di salute mentale, servizi sociali, dipartimento dell’emergenza, ciascuno con il suo ruolo e il suo valore professionale.

Obiettivo centrale della conferenza è stato illustrare un nuovo tipo di interazione più efficace rapida e tarata sulle esigenze del singolo paziente con procedure “su misura”. 

Sempre nell’ambito della salute e della Asl Roma 6, fra due giorni, ovvero sabato 23 marzo, ci sarò all’Ospedale dei Castelli il nuovo open day del “percorso nascite” che porterà alcune coppie di futuri genitori, gratuitamente e su prenotazione, a visitare i vari reparti del nosocomio dei Castelli Romani, parlando e raccogliendo i consigli utili dei professionisti che ogni giorno lavorano per far nascere nuove vite.

Le novità: cosa cambia e perchè sarà un protocollo più efficace

Il limite riscontrato finora nell’applicazione del Tso è quella della diversità e disomogeneità delle procedure che variano da comune a comune, portando confusione, comunicazioni assenti o ritardate e somministrando cure standardizzate. Il principio della nuova procedura è la soggettivazione sotto il punto di vista farmacologico e psicologico: a ciascun problema una risposta individuale.

Con questo nuovo protocollo, da subito operativo nei 21 comuni dell’area dei Castelli Romani, quelli sotto la giurisdizione amministrativa della Asl Roma 6, si punta a creare un protocollo “pilota” che possa essere da esempio anche per le altre aziende sanitarie locali. Da una parte, si intende unificare la modulistica, le tempistiche di comunicazione tra pazienti e ospedale, forze di polizia e tutte le professionalità chiamate a intervenire, per evitare ritardi o errori nelle cure.

Dall’altra, riuscendo a localizzare molto più rapidamente la nascita di problematiche o emergenze in atto nel paziente, si punta ad intervenire prima e anche in modo “personalizzato”, dato che ogni paziente è una persona a sé stante.

Dunque, le linee guida sono sostanzialmente due: velocizzare e rendere pressochè immediate le comunicazioni tra le varie istituzioni coinvolte, tribunale compreso, il paziente e le famiglie dei pazienti, e per contro, riuscire a costruire  percorsi di guarigione ad personam senza procedere “d’ufficio” con procedure che non vanno bene per tutte le casistiche.

Così facendo, è stato quindi firmato un protocollo unificato che punta a garantire tutela del paziente, rendendolo di fatto “unico”, riuscire a comunicare meglio e in modo più efficace tra le varie parti che hanno il compito di applicare le leggi e monitorare la persona affetta da problematiche mentali.

Verrà quindi a crearsi un sistema integrato e coordinato per gestire gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori: un vero e proprio coordinamento pressochè in “tempo reale” che permette di ottimizzare le risorse disponibili, riducendo i tempi di risposta e garantendo un’azione coordinata e concertata per interventi sempre più condivisi e puntuali in nome di un agire sempre più destinato a soddisfare l’interesse pubblico e la tutela delle persone.

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