La Domus Tiberiana riapre al pubblico con la mostra “Imago Imperii”

Dopo 50 anni, la Domus Tiberiana nel Parco Archeologico del Colosseo è di nuovo visitabile con l'allestimento museale "Imago Imperii" lungo il percorso.

Domus Tiberiana, illuminazione serale
Domus Tiberiana, illuminazione serale. ©Ph. Emanuele Antonio Minerva, Ministero della Cultura

Dal 21 settembre 2023, il Parco Archeologico del Colosseo apre al pubblico la Domus Tiberiana. Importanti interventi di restauro hanno infatti risolto i gravi problemi strutturali che, quasi 50 anni fa, ne avevano determinato la chiusura.

La Domus Tiberiana è il primo vero palazzo imperiale, eretto sul versante nord-occidentale del colle Palatino nel I secolo d.C.; il Palazzo, oltre alla parte residenziale, comprendeva vaste aree a giardino, luoghi di culto, ambienti destinati alla guardia pretoriana a tutela dell’imperatore e un vero e proprio quartiere di servizi, affacciato verso il Foro Romano. Con l’apertura della Domus Tiberiana, viene ripristinata la circolarità dei percorsi tra Foro Romano e Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani: il visitatore, che entra nel palazzo percorrendo la via coperta nota come Clivo della Vittoria, avrà così la percezione dell’antico cammino percorso dall’imperatore per raggiungere la ricca residenza privata, che dal colle Palatino ha dato origine al moderno significato della parola “palazzo”.

Clivio della Vittoria, Domus Tiberiana
Il cosiddetto Clivo della Vittoria visto dagli archi della via Tecla. ©Ph. Stefano Castellani.

Lungo il percorso si aprono 13 ambienti nei quali si articola Imago imperii, l’allestimento museale a cura di Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l’organizzazione di Electa. La mostra racconta la storia della Domus Tiberiana nei secoli. La denominazione “Domus Tiberiana“, nota alle fonti, rimanda all’imperatore Tiberio che ha guidato l’Urbe dopo la morte di Augusto. La residenza fu costruita probabilmente ampliando la casa natale dell’imperatore attraverso l’unione di alcune altre dimore di epoca tardo-imperiale. La Domus Tiberiana fu poi ulteriormente ingrandita verso il Foro Romano da Caligola.

In un momento successivo all’incendio del 64 d.C. e contestualmente all’edificazione della Domus Aurea, anche Nerone mise mano all’edificio. Successive trasformazioni, in particolare ad opera degli imperatori Domiziano ed Adriano, hanno ulteriormente arricchito la dimora di nuovi ambienti. La residenza ha continuato a vivere fino in età tardo-antica, per tornare a nuova vita dopo un periodo di abbandono, quando nella metà del Cinquecento i Farnese l’hanno inglobata negli horti. Oggetto di scavi ininterrotti e di restauri già a partire dal XIX secolo, la Domus Tiberiana era stata aperta alla pubblica fruizione dall’archeologo Pietro Rosa, contestualmente al primo Museo Palatino.

La grandiosa residenza imperiale si estende per circa 4 ettari sul colle Palatino. Si affaccia sul Foro Romano con poderose arcate su più livelli, immagine iconica di quest’angolo della città antica

In anni recenti la Domus Tiberiana è stata oggetto di importanti lavori di scavo e restauro volti alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione di un organismo architettonico complesso e inizialmente a rischio. Gravi dissesti statici e geotecnici delle imponenti strutture, ora sanati, avevano reso instabile l’edificio. La profonda opera di ristrutturazione del monumento ha assicurato tutto il settore riguardante la sostruzione della pendice nord del Palatino. Una fase necessaria che consente oggi l’apertura al pubblico dell’area della Domus Tiberiana.

La Domus Tiberiana
La Domus Tiberiana. ©Ph. Emanuele Antonio Minerva, Ministero della Cultura.

Il nuovo percorso di visita, che si sviluppa nelle viscere del palazzo imperiale, si articola in sette sale espositive che si affacciano con una vista privilegiata sul Foro Romano, mentre due sale multimediali sul fronte opposto ospitano un documentario e la ricostruzione olografica del monumento. Il racconto della vita che si svolgeva nella reggia è suffragato da un’ampia selezione di reperti ceramici, in metallo e in vetro, di statuaria e decorazioni fittili messi in luce durante gli scavi degli ultimi 30 anni: le merci e i consumi attraverso la documentazione che ci restituisce il vasellame trovato, le transazioni economiche testimoniate dalle numerose monete rinvenute, i sontuosi arredi
degli spazi occupati dalle corti con le informazioni desunte dalla statuaria, i culti misterici del Palazzo, da Dioniso a Mithra e agli egizi Iside e Serapide. Gli spazi sono suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla
città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di ACEA.

Note

  • Le informazioni sono state tratte dal sito ufficiale del Parco Archeologico del Colosseo.
  • Per le fotografie fornite dall’Ufficio Stampa del Parco Archeologico del Colosseo, le licenze sono specificate nelle didascalie.