Sanità: “Crisi dei Pronto soccorso sul punto di non ritorno”. E arrivano le ferie dei medici

Documento di Cittadinanzattiva e della Simeu dopo il nostro articolo sulla crisi nei Pronto soccorso di Roma e provincia. E incombe l’arrivo delle ferie dei medici

Foto di archivio. Il pronto soccorso dell'ospedale di Tivoli

Più ci si allontana dal centro di Roma e maggiore è la sofferenza dei pronto soccorso: una carenza dettata da ritardi della Regione Lazio. Si rischia la chiusura di altre strutture”. E’ spietato il documento steso da Cittadinanzattiva e Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza e urgenza) dopo la denuncia lanciata dal nostro giornale su una nuova condizione di crisi dei pronto soccorso di Roma e Provincia (leggi qui).

Documento di Cittadinanzattiva e della Simeu dopo il nostro articolo sulla crisi nei Pronto soccorso di Roma e provincia. E incombe l’arrivo delle ferie dei medici

Nella nota, a firma di Giulio Maria Ricciuto (presidente Simeu Lazioe) ed Elio Rosati (segretario reg.le Cittadinanzattiva), diffusa nella serata di ieri, martedì 7 febbraio, oltre a fare il punto sulle attese dei pazienti all’interno delle sale d’emergenza e sulla gravissima carenza di posti letto, si affronta nuovamente il tema della drammatica caduta negli organici dei medici nei pronto soccorso. Condizione che rischia di precipitare in vista delle legittime richieste di ferie e di assenze per gli obbligatori aggiornamenti professionali formativi.

Già a maggio 2022 Cittadinanzattiva e Simeu avevano lanciato un inascoltato SOS per i pronto soccorso di Roma e provincia.

Il documento, indirizzato all’amministrazione pubblica sotto forma di lettera aperta, parte proprio dai dati che abbiamo anticipato nel nostro articolo di ieri: “Il 07.02.2023, SIMEU Lazio e Cittadinanzattiva Lazio hanno eseguito insieme una rilevazione alle ore 15 da parte di 14 strutture di PS regionali in merito alla situazione di: Carenze medici a tempo indeterminato; Copertura carenze con gettonisti/coop/specializzandi; Attuale Boarding a carico del PS; Ambulanze bloccate; Turni di guardia attiva in cui devono impegnarsi i Direttori nonostante CCNL”.

E’ emerso che “oltre 1000 pazienti che stamane affollavano i PS in attesa di ricovero, alle 15 erano ancora oltre 900”. Un boarding, si legge nella nota, che “è ancora a livelli record, praticamente in aumento nonostante l’attenzione dei media e i ripetuti appelli di SIMEU corroborati dalle evidenze scientifiche, delle associazioni dei cittadini e di alcuni politici che hanno parlato di emergenza”.

Le ragioni della crisi nei pronto soccorso

Per Cittadinanzattiva e Simeu Lazio, “le carenze di medici continuano ad essere intorno ad una media di 10 medici a struttura, con ampia variazione (0-22) e sofferenza direttamente proporzionale alla distanza dal centro di Roma, con alcuni ospedali i cui PS sono ormai quasi completamente in mano ai gettonisti o alle cooperative, ed altri al limite della impossibilità a garantire standard di assistenza sufficienti oltre il mese prossimo. Gli specializzandi continuano a essere sequestrati dalle università o impiegati in pochi ospedali spesso centrali, impedendone l’apprendimento sul campo passante anche dalla pratica in realtà periferiche”.

Questo fenomeno abominevole e contro i diritti dei cittadini e il lavoro degli operatori dell’emergenza – denunciano l’associazione civica e la società di medicina d’urgenza – nonostante le carte inapplicate, continua a costituire la prima causa di abbandono del PS da parte dei medici d’urgenza sul lato della mancata dignità professionale, e non si fa nulla per prevenirlo, mancando una seria politica di controllo e facilitazione del flusso della degenza e della redistribuzione dei posti letto tra aree cliniche e di diversa intensità, così come di governo vero di tutti i posti letto per acuti pubblici e accreditati”.

Le conseguenze

La carenza di medici è talmente grave che – si sottolinea – i nostri colleghi direttori si ritrovano spesso obbligati a svolgere attività di guardia anche notturna e festiva con grave danno a tutto il resto dell’attività di coordinamento prevista per la funzione, nonché con l’incertezza della copertura assicurativa in caso di contenzioso per colpa durante turno di guardia non previsto da CCNL”.

La Regione non ha neanche adeguato il corrispettivo orario per i turni aggiuntivi a quanto fatto da molte altre regioni, alcune confinanti, lasciando l’onorario al di sotto della convenienza per qualsiasi professionista di discipline equipollenti ma anche per gli esausti medici di PS” osserva il documento.

Attenzione, perché “l’arrivo delle richieste di ferie e di aggiornamento, oltre alle sempre incombenti malattie, renderà in diversi PS le guardie impossibili da svolgere senza rischio clinico e personale inaccettabile per chiunque, medici e cittadini” arrivando a indurre carichi di lavoro e responsabilità tali da produrre “nuove dimissioni o trasferimenti, con necessità di dover chiudere altri PS e continuare ad accorpare servizi indispensabili alla salute pubblica”. Com’è stato, per esempio, con il Nucleo di Cure Primarie di Casal Bernocchi (leggi qui).

Senza “decisioni immediate e coraggiose, rivedendo almeno temporaneamente la rete dei PS e degli ospedali, agendo su organizzazione e leva economica e redistribuendo il disagio tra ospedali e all’interno degli stessi”, la minaccia è “il completo e pericoloso pendolarismo anche in urgenza di centinaia di migliaia di cittadini a rischio di rimanere senza adeguata e competente assistenza”.

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