Sono trascorsi 100 giorni dall’insediamento di Mario Falconi alla presidenza del X Municipio: l’attesa incisività sul governo locale rimasta lettera morta
Qualcuno avverta Mario Falconi e la sua Giunta che la ricreazione è finita. Suona la campanella dei primi 100 giorni di governo ed è tempo di bilanci per una maggioranza dimostratasi finora inconcludente e rissosa.
Era il 23 ottobre quando tra Giuliana Di Pillo (M5S) e Mario Falconi, espressione della coalizione di sinistra, venne fatto il passaggio di consegne (leggi qui) alla guida di Palazzo del Governatorato. Da allora, tra fuoco amico (leggi qui), nomi contestati in Giunta annunciata (leggi qui) e poi in parte smentita per dimissioni (leggi qui) e conflitti interni (leggi qui), la composizione del Governo resta ancora sub judice. In particolare, la Ilaria Meli espressione di Libera e dei giovani dem (leggi qui), pur avendo ricevuto il via libera sul mantenimento del dottorato di ricerca e quindi sulla compatibilità con la carica assessorile, non è stata ancora nominata. Si litiga su chi le dovrà far posto tra l’assessora della civica per Gualtieri (Angela Mastrantoni) e quello dei Verdi (Guglielmo Calcerano).
In tutto questo tourbillon di equilibri e squilibri politici che decisamente sfuggono agli elettori, quali atti di governo sono stati assunti? L’unico degno di menzione è quello dell’annullamento del bando per la concessione di 46 stabilimenti e chioschi balneari (leggi qui) lanciato e in parte concluso dalla precedente amministrazione. Un provvedimento che ha destato non poche polemiche, anche per il voltafaccia della sinistra civica ecologista che fino a prima delle elezioni sosteneva la necessità di ristabilire la libera concorrenza sulle spiagge, come previsto dalla normativa europea Bolkestein. Una sospensione del bando, peraltro, per la quale si attende ancora di conoscere il parere dell’Avvocatura comunale, come promesso da Falconi, coperto dal “segreto professionale” (leggi qui).
Certo, va detto che sulle spiagge, a parte il blocco del bando, non è che il X Municipio ha brillato per capacità. Basti dire che il primo provvedimento assunto dal sindaco Roberto Gualtieri è stata la revoca della delega sul demanio marittimo al Parlamentino di piazza della Stazione Vecchia: tutta la materia legata alle spiagge, ha annunciato Gualtieri, ritornerà sotto la gestione centrale. Gran bella figura per una coalizione che prometteva una forte spinta per il decentramento.
Un buco nell’acqua anche nell’impegno per la solidarietà. Il secondo atto amministrativo nato sotto la presidenza Falconi, ovvero il Piano freddo (leggi qui), non si è attuato. Lanciato il 14 dicembre a tutt’oggi non è stato realizzato ufficialmente per indisponibilità da parte del vincitore della gara (leggi qui). Una lacuna gravissima per una stagione da freddo record e che forse poteva essere colmata se solo ci fosse stata la reale volontà. Le affermazioni imprudenti del presidente sulla destinazione a centro Caritas di un’area destinata a scuola e per la quale già sono stati stanziati fondi (leggi qui), dimostrano, infatti, che se si vuole risolvere un problema non ci sono “impedimenti” che tengano.
Il Campidoglio decide di cedere alla Asl l’ex oratorio dell’Infernetto (leggi qui), mettendo fine a tutti i progetti più o meno di uso sociale formulati nei programmi elettorali? Ebbene, non una sola parola è stata detta da esponenti del Governo locale.
E che dire del modo con il quale si è affrontata la drammatica questione Roma-Lido? Tre stazioni chiuse, frequenze anche di quarantacinque minuti (leggi qui), giorni interi con appena due-tre treni in linea (leggi qui) con la conseguenza di decine di migliaia di pendolari disperati e traffico alle stelle sulle direttrici tra la Capitale e il mare: ecco il quadro maturato in questo osceno autunno gelido per i trasporti pubblici. E Falconi con la sua Giunta che fanno? Una letterina di suppliche all’omologo assessore comunale perché si attivi. Sì, una letterina, avete capito bene (leggi qui). Questo perché, tra amministratori dello stesso colore politico, non si battono i pugni sul tavolo (come minacciato durante le elezioni da Falconi) ma si preferiscono il tono conciliante, garbato, lacrimoso, supplichevole e, soprattutto, di non disturbare il manovratore. Insomma, prendere tempo.
“Il primo atto sarà di dire al sindaco: ‘Vengo all’incasso’” resta la frase iconica pronunciata da Falconi nell’immediatezza della sua elezione. Ora, a 100 giorni dal suo insediamento come presidente del municipio, suona la campanella di fine ricreazione, è tempo di dare un senso a quella frase. Il rilancio del turismo, il miglioramento della mobilità, la manutenzione della città, il recupero del decoro, la sistemazione del verde, l’organizzazione dei servizi sulle spiagge libere sono alcuni dei temi sul tavolo che attendono atti concreti al posto delle liti per le poltrone e di slogan propagandistici.