Partono i vaccini negli studi medici, ma non sono per tutti

Chi soffre di ipertensione, di diabete e di problemi renali dovrà aspettare l'ok dell'Aifa che è atteso nelle prossime settimane. Il vicesegretario FIMMG Lazio, Alberto Chiriatti: "Limitazioni in atto per rispettare il protocollo, ma Astrazeneca non è pericoloso"

vaccini

Dal 1° marzo partono i vaccini negli studi medici ai pazienti classe 1956, però le dosi sono, al momento, interdette a tre categorie di malati: a chi soffre di ipertensione, ai diabetici e a chi ha problemi renali.

Su questo punto ha voluto fare chiarezza il dottor Alberto Chiriatti, vice segretario della FIMMG Lazio (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e medico di base a Ostia: “Voglio precisare che i vaccini AstraZeneca sono sicuri, ma noi dobbiamo somministrare le dosi secondo le indicazioni del Ministero”, ha affermato Chiriatti.

Vicesegretario FIMMG Lazio, Alberto Chiriatti: “Limitazioni a persone non sane per rispettare il protocollo. Presto il via libera ai vaccini anche a diabetici e a chi soffre di leggera ipertensione”

“Il vaccino Astrazeneca – prosegue Chiriatti – era stato inizialmente liberalizzato fino agli under 55, da poco è stato approvato fino ai 65 anni di età. Le limitazioni a chi soffre di ipertensione, ai diabetici e a chi ha problemi renali esistono perchè, ad oggi, non ci sono sufficienti garanzie”. 

“Vogliamo essere sicuri che non ci siano problemi, ma, allo stesso tempo, è altamente probabile che tra qualche giorno l’Aifa possa dare il via libera anche a chi soffre di leggera ipertensione o a chi ha un diabete leggero. Chi ha esenzione per la cardiopatia, chi ha il diabete lo teniamo quindi in attesa. Ribadisco che Astrazeneca non è pericoloso, rispettiamo semplicemente ciò che ci viene detto dagli enti regolatori”.

“Si sta lavorando su soggetti più fragili, per i quali sono validi i vaccini Pfizer e Moderna. Ora le dosi vengono somministrate agli ultra 80enni. Noi medici di base ci stiamo organizzando con la Regione per avere i vaccini da somministrare anche alle categorie 66-79 anni e agli under 65, ma con forme di diabete e ipertensione gravi”.

La preoccupazione più grande, dunque, non sarebbe la qualità dei vaccini e, di conseguenza, le categorie a rischio che potrebbero aspettare qualche giorno in più, ma il vero timore dei medici di base è l’effettivo arrivo delle dosi: “Ho seri dubbi che possano arrivare per il primo marzo. Contiamo di averle entro la prima metà di marzo. Preciso però che il problema della distribuzione è europeo, non italiano”, ha concluso Chiriatti.

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