La gente di Ostia Ponente: “No alla demolizione dello stabilimento Aneme e Core” (VIDEO)

Sit in di protesta contro l’intenzione del Campidoglio di demolire lo stabilimento balneare Aneme e Core. “E’ l’unico lido confortevole che resta in zona: le spiagge libere sono uno schifo”

Un sit in di una quarantina di persone ha manifestato questa mattina, lunedì 14 aprile, contro l’intenzione del Campidoglio di abbattere lo stabilimento balneare Aneme e Core. Il raduno si è tenuto davanti ai cancelli del lido, all’angolo tra piazza Scipione l’Africano e lungomare Paolo Toscanelli.

Sit in di protesta contro l’intenzione del Campidoglio di demolire lo stabilimento balneare Aneme e Core. “E’ l’unico lido confortevole che resta in zona: le spiagge libere sono uno schifo”

Spiaggia chiusa, comunità tradita”: con uno striscione i manifestanti hanno sintetizzato il tema della protesta. A presenziare diversi residenti, ex abbonati, lavoratrici e lavoratori dello stabilimento balneare Aneme e Core. Sul posto anche disabili che fruivano degli scivoli per l’accesso al mare.

Il Campidoglio ha comunicato all’Agenzia per i beni confiscati alle organizzazioni criminali, che gestiva lo stabilimento confiscato nell’ambito della bancarotta fraudolenta legata al Porto turistico, la volontà di demolire l’Aneme e Core perché abusivo. Per questo la sua concessione non è stata messa a gara né nel primonel secondo bando lanciato dal Campidoglio.

Contrariamente a quanto sostenuto dall’amministrazione locale, è emerso non solo che l’impianto balneare è sorto per la riconversione del cantiere nautico Marini, realizzato in data antecedente al 1957, ma anche che le autorizzazioni alla trasformazione sono state rilasciate dal Comune di Roma stesso nel 2003.

Ciò nonostante, l’amministrazione capitolina intende procedere con l’uso delle ruspe. Un film già visto con lo stabilimento La Casetta, concessione prima non rinnovata per abusivismo poi riconosciuta in regola dal Tribunale, e con il chiosco MedNet, demolito dall’amministrazione Raggi sconfessata anch’essa dal Tribunale.

I manifestanti non solo hanno dichiarato incomprensibile la volontà di demolire lo stabilimento balneare ma hanno anche protestato per lo stato in cui versano le spiagge libere ai confini dell’Aneme e Core: cumuli di rifiuti, spiaggia sul marciapiedi non spazzata e persino tendopoli in vari periodi dell’anno. “Se questa è la fine che deve fare anche l’Aneme e Core, meglio lasciare tutto com’è” sostengono.