“Aneme e Core senza licenza edilizia, va demolito”. La replica: “Esiste da prima del 1957 come cantiere nautico”

Veduta aerea dello stabilimento balneare "Aneme e Core" del 2021

Per la partecipata comunale “Risorse per Roma”, e quindi per il Campidoglio, lo stabilimento balneare “Aneme e Core” di Ostia è privo di licenza edilizia e quindi va demolito. Le carte e le foto d’epoca dicono altro ovvero che si trattava di un cantiere nautico presente da prima del 1957 e riconvertito a stabilimento balneare, con l’autorizzazione rilasciata dallo stesso Comune di Roma.

E’ scontro sul destino dello stabilimento balneare “Aneme e Core”: il Campidoglio sostiene che manchi la licenza edilizia, carte e foto dicono altro. Gli abbonati preparano un sit in di protesta

L’agenzia “Risorse per Roma”, incaricata dal Campidoglio di effettuare i rilievi di tutti gli stabilimenti balneari e la verifica della rispettiva documentazione, non ha dubbi: manca il titolo edilizio dell’impianto “Aneme e Core” di lungomare Paolo Toscanelli. E per questa ragione, è stato già anticipato all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alla criminalità quello stabilimento balneare verrà demolito.

Il carteggio

In realtà ci sono carte che rivelano che l’amministrazione capitolina ha sempre considerato quello stabilimento balneare in regola. Oltre alla determina dirigenziale del settembre 2003 con la quale il IX Dipartimento autorizzava la trasformazione del cantiere nautico Marini in stabilimento balneare, ci sono altri documenti che evidenziano l’esistenza della struttura. Il 15 aprile 2005 l’Agenzia delle Entrate autorizzava il concessionario a realizzare un forno e un banco di lavoro al servizio del ristorante. Il 28 aprile di quello stesso anno una perizia asseverata presso il Tribunale di Ostia certificava che “L’area demaniale marittima in concessione per il mantenimento del predetto compendio balneare è di mq 2980, distinta al Catasto di Roma al foglio 1084 particella 344”.

A quella data, la perizia definiva la presenza nello stabilimento balneare “Aneme e Core” di “corpo di fabbrica in muratura di 117 mq circa con le seguenti destinazioni d’uso: anti-cucina e cucina, attività di ristorazione-bar, servizi igienici; aree coperte di servizio per ristoro di circa 112 mq; aree di servizio fisso a cielo aperto (superficie di 60,15 mq di depositi realizzati in legno di facile rimozione)” e altri servizi.

Il 15 dicembre 2009 il Dipartimento IX Demanio Marittimo del Comune di Roma concedeva il rinnovo della concessione balneare fino al 31 dicembre 2014.

Le foto

Nel 2000 il Comune di Roma acquisisce le foto dello stabile che si trovava sull’area demaniale da chi richiede la trasformazione dell’ex cantiere Marini in stabilimento balneare. Le immagini, sono eloquenti: si tratta di un rudere segnato dal tempo ma ancora in piedi. Tutto intorno una discarica malsana. Nel 1986, come ricorda il volume “Ostia set naturale” quel cantiere aveva fatto da sfondo anche a una sequenza del film “Desiderando Giulia” interpretato da Serena Grandi e diretto da Andrea Barzini.

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Le condizioni del Cantiere nautico Marini nel 2000 nei documenti in possesso del Comune di Roma – canaledieci

C’è una foto, però, che dimostra che si tratta di un immobile già presente su quella spiaggia prima del 1957, data nella quale l’Aeronautica Militare sorvola Ostia. Proponiamo quella foto con, cerchiato, il lungo edificio nel quale si trovava il cantiere nautico Marini.

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Aerofotogrammetria dell’Aeronautica Militare datata 1957: cerchiato il cantiere nautico Marini – canaledieci (Riproduzione vietata)

Il sit-in di protesta

Intanto sui social è scattato il tam tam tra ex abbonati dello stabilimento balneare da demolire e residenti della zona che temono che, una volta trasformata in spiaggia libera, anche quel tratto di costa finisca di essere colonizzato da senza fissa dimora e tendopoli di varia natura.