Roma, quando la salma di un Papa rischiò di essere gettata nel Tevere

L'ultima volta che la salma di un Papa ha attraversato Roma si è rischiato che finisse nel Tevere

La basilica di San Pietro

Era una notte afosa quella tra il 13 e il 14 luglio del 1881, quando Roma divenne teatro di un evento storico tanto solenne quanto drammatico: la traslazione della salma di Papa Pio IX dalla Basilica di San Pietro alla sua sepoltura definitiva nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura.

L’ultima volta che la salma di un Papa ha attraversato Roma si è rischiato che finisse nel Tevere

Ma ciò che avrebbe dovuto essere un momento di raccoglimento e rispetto si trasformò ben presto in un episodio di violenta contestazione, rischiando di concludersi in tragedia: la bara del pontefice, infatti, fu quasi gettata nel Tevere da un gruppo di facinorosi anticlericali.

Pio IX, nato Giovanni Maria Mastai-Ferretti, era morto il 7 febbraio 1878 all’età di 85 anni, dopo un pontificato lunghissimo di oltre 31 anni. Figura complessa e controversa, fu l’ultimo Papa Re, colui che vide la fine del potere temporale della Chiesa con la Breccia di Porta Pia nel 1870 e la conseguente annessione di Roma al Regno d’Italia. Visse gli anni successivi rifiutando ogni compromesso con lo Stato italiano, che considerava usurpatore, e morì prigioniero volontario in Vaticano.

Nel suo testamento, Pio IX aveva espresso il desiderio di essere sepolto in modo umile e lontano dalla fastosità di San Pietro.

Voleva che il suo sepolcro fosse una semplice urna di pietra, senza monumenti e senza grandi spese, nella basilica di San Lorenzo Fuori le Mura. Tuttavia, vista la forte tensione politica del tempo, la Chiesa preferì attendere che l’atmosfera si placasse. Solo tre anni dopo, nel 1881, si decise di dare seguito alla volontà del defunto pontefice.

Il governo italiano, guidato da Agostino Depretis, era ben conscio del rischio che tale traslazione avrebbe potuto comportare. Le autorità temevano tanto le manifestazioni di affetto da parte della popolazione cattolica, quanto quelle di ostilità provenienti dai circoli anticlericali, molto attivi nella Roma postunitaria.

Per cercare di evitare disordini, si decise che il trasferimento del feretro avvenisse di notte e sotto stretta sorveglianza.

Il momento più critico

Ma le precauzioni non bastarono. Già prima della partenza del corteo funebre, dalla Basilica Vaticana giunsero notizie di agitazione tra i presenti. Il punto più critico fu il passaggio sul ponte di Castel Sant’Angelo, dove un gruppo di manifestanti, gridando “Al fiume! Al fiume!”, cercò di impedire il passaggio del feretro, tentando addirittura di gettarlo nel Tevere. Solo l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine e delle Guardie Svizzere evitò il peggio.

Durante tutto il tragitto, il convoglio fu bersagliato da insulti, fischi, pietre e grida minacciose. La traslazione, che doveva svolgersi in silenzio e con rispetto, fu invece un percorso tormentato, simbolo di un’Italia ancora profondamente divisa tra Stato e Chiesa.

Papa Leone XIII, profondamente scosso dagli incidenti, accusò apertamente il governo di non aver saputo garantire la sicurezza necessaria. Si spinse fino a minacciare un eventuale trasferimento della Santa Sede a Vienna o Madrid, come rivelano i documenti diplomatici analizzati dallo storico Ennio Di Nolfo.

Il ministro degli Affari Esteri, Pasquale Stanislao Mancini, reagì prontamente, inviando una circolare ai diplomatici italiani all’estero il 27 luglio 1881. In essa, smentì ogni responsabilità del governo nei disordini, definendo “fittizio” il presunto movimento per il trasferimento del Papato all’estero. Mancini rassicurò anche che il Regno d’Italia avrebbe continuato a rispettare la libertà e la dignità del pontefice, garantendo la sua sicurezza e quella della Santa Sede.

La salma a destinazione

Nonostante tutto, la salma di Pio IX giunse infine a destinazione e fu tumulata nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, come lui desiderava. Ma quella notte rimase impressa nella memoria collettiva come una delle più delicate e complesse nella storia del rapporto tra Roma e il Papato postunitario.

La traslazione di Papa Francesco

Nulla fa presagire sommosse per l’amato Papa Francesco. Comunque per la traslazione della salma la sorveglianza sarà altissima. Per permettere la sfilata del corteo saranno chiuse una serie di strade. In questo articolo il dettaglio