Il Campidoglio ha un piano di rilancio degli stabilimenti balneari e delle spiagge di Ostia che passa attraverso la messa in gara delle gestioni attraverso gare di evidenza pubblica. Non di tutte le 67 concessioni demaniali, però: dal progetto restano fuori lidi una volta iconici e oggi distrutti dall’incuria oppure ancora in mano all’amministrazione giudiziaria.
Restano fuori dai bandi di gara le gestioni di diversi stabilimenti balneari iconici di Ostia, lidi distrutti dall’incuria o in mano all’amministrazione giudiziaria
“Il nostro obiettivo è fare di Ostia un esempio di crescita equilibrata e sostenibile, guardando al futuro come una straordinaria opportunità da cogliere per la città”: così si è espresso il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel presentare alla stampa i primi bandi di evidenza pubblica per le concessioni demaniali marittime di Ostia. “E’ un momento storico per la valorizzazione del litorale – insiste Gualtieri – Poniamo fine alla stagione delle proroghe infinite, al blocco degli investimenti sulle spiagge, dando certezze agli operatori”. Il nuovo metodo di individuazione delle concessioni degli stabilimenti balneari di Ostia per l’assessore capitolino al Demanio, Tobia Zevi, “è un tassello fondamentale per la strategia di valorizzazione del litorale”.
Va ricordato che le concessioni che verranno messe a gara dal 14 febbraio prossimo avranno durata annuale, rinnovabile al massimo per tre anni, quindi fino al 2027.
Stabilimenti distrutti: il caso de “La Casetta”
Peccato che dalle parole degli amministratori di Roma non si colgano gli elementi di un colpevole ritardo che ha dato modo ai vandali di distruggere stabilimenti balneari una volta iconici di un turismo ostiense di lusso e confortevole. Stiamo parlando, per esempio, dell’impianto “La Casetta”. Per decenni lo stabilimento più bello di Ostia e frequentato da vip e professionisti di prestigio (Giulio Andreotti, Ugo La Malfa, i figli dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, Nicola Pietrangeli ecc) dal 2016 è in totale stato di abbandono, devastato dai vandali, occupato da senza fissa dimora, in parte danneggiato dagli incendi. Colpa di funzionari zelanti al servizio di un’ideologia politica scriteriata se, individuando abusi edilizi smentiti successivamente dal Tribunale, non venne prorogata la concessione demaniale, non fu nominato un custode ed è stato lasciato in balia dei vandali. Oggi si contano danni per svariati milioni di euro a “La Casetta” non figura tra gli stabilimenti da assegnare in concessione.
Futuro oscuro per il “Maresole” di Renzo Arbore?
E non entra nell’elenco delle spiagge da affidare in concessione neanche il cosiddetto “condominio” Maresole. In effetti non è un vero stabilimento balneare, anche se affacciato sul mare, ma un piccolo villaggio di bungalow mono o bilocali dove passare le vacanze. Tra i proprietari dei mini-appartamenti, anche il conduttore televisivo e radiofonico Renzo Arbore. Nonostante sentenze contraddittorie del tribunale, per il Comune di Roma quel complesso è abusivo. Il risultato è che le casette sono spesso oggetto di furti e vandalismo; ormai cadono a pezzi in mancanza di una qualche manutenzione. Il Maresole, come La Casetta, è nell’elenco delle “posizioni aperte” ovvero di quelle concessioni che il Campidoglio non ha ancora idea di come sistemare per restituire loro un nuovo futuro.
L’Ottavo Cancello senza più un chiosco
Incognita anche sul futuro del Jumbo Village all’Ottavo Cancello della spiaggia libera di Castelporziano, assente già nella stagione balneare 2024. Secondo i tecnici dell’amministrazione capitolina, la spiaggia libera attrezzata più grande d’Europa, distesa sulla via Litoranea Ostia-Anzio, essendo un arenile “donato” dalla Presidenza della Repubblica ai romani, può essere gestito solo con una concessione comunale. Che dire, allora, se i servizi di salvamento, com’è stato nella stagione passata, sono curati dai gestori dei chioschi per essere poi rimborsati dal Campidoglio? Non è quello un sub-appalto a tutti gli effetti? Resta il fatto che l’area dell’ex Jumbo, estremo lembo di Castelporziano al confine con Capocotta, resta tra le questioni aperte e indefinite. Di sicuro nell’estate prossima continuerà a non esserci.
Il “Village” e le altre gestioni amministrative giudiziarie

A Ostia ci sono stabilimenti balneari la cui gestione è affidata alle strutture amministrative giudiziarie. Stiamo parlando dell’Aneme e Core e dell’Hakuna Matata (coda del procedimento per bancarotta fraudolenta Balini-porto turistico) e del Village (confisca definitiva al clan Fasciani). Mentre per i primi due impianti la gestione affidata dal Tribunale a imprenditori seri e capaci ha non solo assicurato il funzionamento dei servizi e il mantenimento dei livelli occupazionali, ottenendo una rivalutazione dei beni sequestrati, per il Village il quadro è disastroso. Come documentato in questo nostro articolo anche attraverso i video pubblicati, lo stabilimento balneare antistante la Casa della Salute è in stato di abbandono ed ha subito pesanti danneggiamenti dai teppisti. Per ora il compendio in amministrazione giudiziaria non ha sbocchi nelle gare del Comune di Roma.
Lo “Shilling” non esiste più

Oggetto di una concessione pluriennale, lo Shilling non rientra in nessuno dei bandi capitolini di evidenza pubblica (sono dieci le concessioni pluriennali che scadranno a dicembre 2027). C’è aperto ancora il procedimento di sequestro giudiziario di presunti abusi edilizi commessi sulla spiaggia ma il punto non è solo questo: la spiaggia nell’impianto antistante la Rotonda, non c’è più. L’erosione ha cancellato l’arenile e distrutto tutte le strutture. La Regione Lazio intende intervenire per posizionare una scogliera e, eventualmente, successivamente depositare sabbia prelevata al largo ma in presenza delle macerie dovute ai diversi crolli anche nel vicino Kursaal, i lavori non possono avere inizio. “Partiremo con i lavori di rimozione delle macerie nei prossimi giorni” si limita ad anticipare l’assessore Zevi senza fornire ulteriori dettagli.