Capocotta e le altre spiagge di Ostia, poche risposte e vaghe dall’assessore del Comune di Roma sulla prossima stagione balneare

Si teme che dietro il bando per l’affidamento di solo tre delle sei strutture si nasconda un pasticcio. L’assessore: “Pronta la demolizione del Settimo cielo”

Capocotta, il chiosco del Settimo cielo

C’era pure l’assessore capitolino all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, alla Commissione Speciale Valorizzazione del Territorio e del Litorale del X Municipio. La quale amministratrice, però, ha fatto il pistolotto introduttivo di presentazione dei bandi di Capocotta e ha chiuso dopo mezz’ora di collegamento telefonico senza rispondere alle domande più pressanti sul futuro prossimo di quella spiaggia.

Si teme che dietro il bando per l’affidamento di solo tre delle sei strutture si nasconda un pasticcio. L’assessore: “Pronta la demolizione del Settimo cielo”

Il tema della riunione della Commissione municipale, presieduta da Agostino Biondo (al quale va dato atto del coraggio di affrontare l’argomento senza il pieno appoggio dei colleghi di partito che amministrano la Capitale), era “Discussione sulla stagione balneare 2024 nei tratti di Ostia, Castel Porziano e Capocotta”. Erano stati invitati i responsabili dei dipartimenti comunali e gli assessori al Patrimonio e quella all’Ambiente ma solo quest’ultima ha risposto all’appello. Il Vice Capo di Gabinetto del Sindaco, Nicola De Bernardini, ha fatto un rapidissimo collegamento in videocall ma prima di poter intervenire ha chiuso la linea. Stessa storia per il dirigente del Dipartimento Ambiente Barletta.

Cosa ha detto l’assessore Alfonsi sul bando di Capocotta? Ha confermato i contenuti da noi pubblicati e, anzi, ha svelato che il provvedimento doveva riguardare quattro lotti (quindi anche il Mecs Village) ma l’incendio ha fatto decidere all’ultimo momento per una soluzione diversa. “Se la magistratura dissequestrerà rapidamente l’area andata a fuoco – ha anticipato l’assessore Sabrina Alfonsi – pensiamo di lanciare un bando per l’affidamento per una sola stagione, quella 2024, con una struttura leggera, come quella della spiaggia Tiberis di Roma”.

Sull’assenza del “Settimo cielo” dal bando di affidamento, l’assessore ha anticipato che si procederà alla sua demolizione. “I fondi sono già stati stanziati e dopo la rimozione pensiamo di fare anche per quella struttura una gestione temporanea con una struttura leggera” ha annunciato Alfonsi.

L’Oasi Naturista

Stessa soluzione si prospetta, a detta dell’assessore, anche per l’Oasi Naturista. Il punto, però, è che il chiosco dell’Oasi Naturista esiste e ciò nonostante, non solo non è stato inserito nel bando ma è addirittura sparito dalla cartografia comunale. “C’è un ricorso in piedi alla Presidenza della Repubblica da parte del gestore della spiaggia – ha evidenziato Alfonsi – Vediamo quale esito darà. C’è un problema di recupero dei canoni arretrati”.

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Il chiosco dell’Oasi Naturista, in alto nella foto, e quello del Porto di Enea a Capocotta

Il gestore dell’Oasi Naturista, presente in sala, ha contestato, però all’assessore l’avvenuto pagamento del canone. “Il Consiglio comunale di Roma ha istituito nel 1999 la spiaggia naturista e ci ha ingiunto di costruire sia il chiosco dell’Oasi Naturista che quello del Porto di Enea (320 milioni di lire n.d.r.) evidenziando che il costo sarebbe stato scomputato dal canone annuale – ha ricordato Veronica Ciotoli – Stiamo ancora aspettando che il Comune faccia i conteggi e ora si dice che si vuole demolire la struttura e ricominciare da capo con un altro fabbricato. A chi giova eliminare quei beni di proprietà del Comune?”.

I servizi igienici

Tra le osservazioni più forti arrivate dalla platea c’è quella che senza allaccio in fogna non potranno essere date le autorizzazioni per la somministrazione ma l’assessore ha evaso la risposta: “Non ho le competenze tecniche per conoscere questo aspetto”. E non ha chiarito neanche la presenza dei manufatti sul demanio dello Stato e non sul demanio di competenza dell’amministrazione locale, la cosiddetta dividente demaniale o SID. Se i chioschi fossero sullo spazio del demanio statale, infatti, non spetterebbe al Campidoglio affidarli in gestione.

Servizio di salvamento sulle spiagge libere

L’assessore non ha chiarito neanche chi si occuperà dell’assistenza bagnanti a Capocotta e sulla spiaggia libera attrezzata di Castel Porziano. “Per quanto riguarda la pulizia della spiaggia di Capocotta – ha detto Alfonsi – procederemo con la vagliatura meccanica a mano e con vagliatrice tramite appalto. Siamo a buon punto e pensiamo di farcela entro pochi giorni per assicurare la fruibilità dell’arenile già prima dell’inizio della stagione. Sul servizio di salvamento stiamo lavorando, sia per Capocotta che per Castelporziano. Nel frattempo verranno posizionati i cartelli che avvertono i bagnanti dell’assenza del marinaio di salvataggio”. Per le spiagge libere urbane di Ostia la gara d’appalto è in corso: due le società partecipanti.

Le mancate risposte

L’assessore si è congedato dopo mezz’ora dall’inizio della Commissione, lasciando inevase diverse domande. Per esempio il bando per la gestione dei chioschi di Capocotta prevede l’attribuzione di ben 25 punti su 100 alla miglior offerta di rilancio sul canone di gestione: la pratica non sarebbe giuridicamente corretta e condizionerebbe fortemente l’assegnazione delle spiagge a chi ha più potere economico piuttosto che al miglior progetto di tutela ambientale e di servizio alla collettività.

Sulla richiesta di sottoporre a vigilanza i chioschi per evitare il ripetersi di atti incendiari, di occupazioni e vandalismo, l’assessore ha risposto semplicemente che ha segnalato al Prefetto la necessità di una maggior presenza delle forze dell’ordine ma non è prevista alcuna custodia. Il risultato è che le dune si stanno riempiendo di tende, di abusivi e di persone dedite al malaffare e alla prostituzione.

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Tende e baracche stanno spuntando tra le dune di Capocotta – canaledieci

Nessuna risposta è venuta, poi, circa il futuro degli stabilimenti balneari di Ostia: tutti i gestori sono bloccati dalla mancata applicazione da parte del Comune di Roma della direttiva governativa che proroga fino al 31 dicembre 2024 le concessioni. Mancavano l’assessore comunale al Patrimonio e i dirigenti dell’ufficio capitolino deputato alla gestione del Demanio marittimo. E quindi nessuno ha risposto su come si intenda procedere: di fatto tutti i concessionari degli stabilimenti balneari di Ostia sono abusivi.

Sapere che trascorsi quasi cinque mesi dal trasferimento delle deleghe sul demanio marittimo dal X Municipio al Campidoglio gli uffici non sono ancora pronti (non esiste neanche un indirizzo pec per le comunicazioni di prassi) non fa ben sperare per una stagione turistica organizzata e minimamente soddisfacente.