Ostia, stagione a rischio: Capocotta e Castelporziano con i chioschi chiusi e 11 lidi “abusivi”

A meno di cento giorni dall’apertura della stagione balneare, futuro incerto per gli stabilimenti e spiagge libere senza servizi

Mancano meno di cento giorni all’avvio della stagione balneare che, notoriamente, scatta il 1° maggio. Eppure a Ostia negli stabilimenti balneari non si accettano ancora gli abbonamenti e per le spiagge libere più importanti, come Capocotta e Castelporziano, il futuro dei chioschi resta un punto interrogativo.

A meno di cento giorni dall’apertura della stagione balneare, futuro incerto per gli stabilimenti e spiagge libere senza servizi

L’incendio che ieri ha distrutto il Mecs Village a Capocotta e la promessa un po’ tirata per i capelli del sindaco Roberto Gualtieri che si è impegnato a lanciare quanto prima il bando di gara per l’assegnazione dei chioschi di quella spiaggia libera attrezzata, rilanciano gli interrogativi sull’avvio della stagione balneare.

Capocotta e gli scarichi fognari

Iniziamo da Capocotta. Sottolineato che è da considerarsi gravissimo che in oltre un mese di tempo il Campidoglio, rientrato in possesso del Mecs Village il 1° febbraio, non abbia trovato il modo di metterlo sotto sorveglianza fissa per evitare occupazioni e/o danneggiamenti, sembra poco credibile che il Campidoglio sia in grado di rimettere a bando la gestione dei restanti quattro chioschi. C’è, infatti, un punto imprescindibile: quelle strutture non sono allacciate alla rete fognaria – in quanto inesistente lungo quel tratto di Litoranea – ma scaricano in fosse settiche. Considerando che l’area è un Sic (Sito di interesse comunitario) e che ricade nella Riserva del Litorale, è difficile immaginare che il Comune di Roma ottenga una deroga agli aspetti igienico-sanitari legati agli scarichi.

Castelporziano ostaggio della burocrazia

Sulla spiaggia libera di Castelporziano il guazzabuglio sembra ancora più inestricabile. I chioschi sorgono su terreno demaniale statale ma hanno una licenza commerciale comunale: è come dire che il fantino ha frusta ma non il cavallo. Dovrà essere il Comune a chiedere al Demanio dello Stato l’autorizzazione (e pagare la concessione) per la permanenza dei chioschi nei luoghi in cui si trovano? Al momento la domanda non trova risposta.

Ben 11 stabilimenti sono “abusivi”

C’è poi il grande interrogativo sull’operatività degli stabilimenti balneari di Ostia. Il Governo ha stabilito di concedere un altro anno di deroga ai concessionari di demanio marittimo che potranno restare fino al 31 dicembre 2024: i bandi nel rispetto della direttiva Bolkestein si faranno dopo quella data. Il Comune di Roma, però, non ha ancora recepito la disposizione governativa. Ne deriva che i concessionari di Ostia, in questo clima di incertezza, non stanno accettando ancora abbonamenti per la stagione prossima.

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A questo si aggiunge la posizione di sette impianti per i quali le concessioni sono scadute il 31 dicembre scorso. Infine, per altri quattro stabilimenti è scattata la decadenza della concessione per inadempienze varie, in primo luogo tributarie.