Sono partite dall’esterno, dal retro della struttura, le fiamme divampate nella notte nell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli in cui hanno perso la vita tre anziani ricoverati. Il rogo, che ha coinvolto anche i rifiuti stoccati, sprigionando una intensa nube tossica si è incanalato poi in almeno sei dei sette piani superiori. Due, però, i focolai.
Dopo l’incendio un’ala dell’ospedale sottoposta a sequestro. Indagini su due focolai
I vigili del fuoco hanno trovato appena intervenuti due focolai, uno all’esterno della struttura a ridosso del deposito dei farmaci e delle apparecchiature dismesse, al terzo piano sotto il livello della strada, e una in un’ala meno frequentata del pronto soccorso due piani sopra.
I pavimenti, invece, erano completamente asciutti: l’impianto anti incendio non si sarebbe proprio attivato e il black out elettrico ha reso l’intervento ancora più difficile.
“Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza – ha spiegato il procuratore di Tivoli Francesco Menditto – da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto. Il fascicolo comunque è stato aperto per omicidio colposo plurimo e incendio colposo“.
I soccorsi
Il procuratore in una conferenza stampa organizzata nel primo pomeriggio di oggi nel palazzo di giustizia per fare un punto sul caso ha ringraziato tutte le forze dell’ordine – vigili del fuoco, carabinieri e polizia in primis – che hanno permesso di mettere in salvo 193 pazienti, di cui i più gravi portati via con dei teli tramite due scale anti incendio.
I carabinieri, in particolare, hanno soccorso decine di pazienti, caricandoli su lettighe e persino materassi e almeno 300 sacche di sangue che, saltata l’energia elettrica, rischiavano di andare perse.
Il sequestro
L’area dell’ospedale interessata dall’incendio è stata posta sotto sequestro, mentre la restante è stata chiusa, perché ritenuta per ora inagibile.
“Il fumo è ancora incanalato in alcuni reparti“, ha precisato il comandante provinciale dei vigili del fuoco che per l’intera notte ha coordinato 60 uomini, una decina di autobotti e tre autoscale che hanno portato via i ricoverati dai balconi.
In fiamme i rifiuti speciali
“È partita una fiamma, da capire come ed esattamente da dove – ha dichiarato nella tarda mattinata il direttore generale della Asl Roma 5 Giorgio Giulio Santonocito- Probabilmente da un’area che sta sotto, dove ci sono dei rifiuti speciali. Bisognerà capire cosa è successo esattamente. Stanno visionando le immagini. Aspettiamo l’esito delle indagini”. Come anticipato canaledieci.it non è esclusa l’origine dolosa.