Rogo all’ospedale di Tivoli, in campo pure l’ipotesi dolo

Al vaglio degli investigatori l'ipotesi dolo per il rogo all'ospedale di Tivoli

Una mano che lancia qualcosa. Per il rogo di stanotte all’ospedale di Tivoli che ha fatto contare tre vittime tra i pazienti e 200 sgomberati non si esclude un’azione dolosa, o forse solo provocata snobbando l’inferno che avrebbe potuto provocare.  L’incendio, infatti, pare sia stato provocato, con quale volontarietà è meno certo.

Al vaglio degli investigatori l’ipotesi dolo per il rogo all’ospedale di Tivoli

Gli investigatori stanno controllando le telecamere della zona e interne all’ospedale.

Sarebbero arrivate delle segnalazioni di un sospetto che si aggirava in ospedale poco prima che le fiamme si propagassero. Lanciava mozziconi di sigaretta o qualcos’altro di infuocato?  Le indagini sono state appena avviate e le prime testimonianze sono state blindate.

Il focolaio

L’incendio è partito dal deposito per medicinali e attrezzature dismesse nel piazzale esterno al lato sud dell’ospedale, con affaccio sulla diga dell’Aniene, un terzo piano sottoterra che ha fatto propagare le fiamme velocemente ai due piani superiori che ospitano prima il reparto di radiologia e poi il pronto soccorso, andato completamente a fuoco.

Fuori e dentro due gabbiotti erano ammassati rifiuti in buste di nylon, in cartone e bidoncini di plastica, pieni perlopiù di medicinali e flaconi contenenti liquidi infiammabili.

Pochi giorni fa una denuncia contro l’ospedale: cinque pazienti oncologici, tra i 40 e i 55 anni, in cura al San Giovanni Evangelista di Tivoli, sono stati “contagiati da epatite C durante le sedute di chemioterapia”.

Intanto si è attivata tra i medici una catena di solidarietà per aiutare i pazienti trasferiti d’urgenza e non senza difficoltà mentre l’ospedale al buio era completamente invaso da una coltre di fumo nero.

L’inchiesta

I corpi delle tre vittime sono state collocate da stanotte nella camera mortuaria dell’ospedale. La procura di Tivoli già dalle prossime ore potrebbe disporne l’autopsia. Si tratta di pazienti anziani ricoverati in più reparti.

Una quarta vittima, un pensionato 70enne di Tivoli, era morta in pronto soccorso mezzora prima che scoppiasse il rogo. I familiari erano al suo capezzale quando nell’ospedale è scoppiato l’impensabile: il fuoco che mangiava due piani, il fumo tossico e nero che si espandeva in altri cinque, la corrente saltata, le grida di aiuto.

Il magistrato di turno stamattina ha svolto un primo sopralluogo alla struttura dichiarata inagibile.

I medici

Siamo profondamente addolorati dalle notizie sull’incendio scoppiato all’ospedale di Tivoli. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e ai pazienti rimasti intossicati, o comunque coinvolti, e al personale”, dicono in una nota congiunta Filippo Anelli e Barbara Mangiacavalli, presidenti rispettivamente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, e della Fnopi, la Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni infermieristiche.

Un grazie a tutti i medici e gli infermieri dell’ospedale che hanno sfidato le fiamme e il fumo – aggiungono – per portare in salvo i pazienti. Un ringraziamento a tutti i soccorritori e al personale delle strutture che stanno accogliendo le persone evacuate, per continuare a fornire loro assistenza”.

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