Il Prefetto si accorge del “caso” Ostia: Comitato sicurezza ferragostano

Dopo l'ennesima deflagrazione su un territorio grande quanto il Comune di Milano il Prefetto si accorge del "caso" Ostia e convoca il Comitato di sicurezza

Foto d'archivio

C’è voluta la una terza esplosione sul litorale romano e nel X Municipio affinché il Prefetto di Roma si accorgesse che esiste un “caso” Ostia e si decidesse a convocare il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, lunedì prossimo 14 agosto, per analizzare la “situazione che sta interessando” il territorio. Ma anche per “definire le più efficaci linee di intervento” da intraprendere con la “cooperazione sinergica tra le diverse” forze dell’ordine. Il rischio è che, al di là delle roboanti dichiarazioni, l’incontro si trasformi nella solita passerella ferragostana, magari con paletta e secchiello, soltanto per chiamare a raccolta tutti i corpi coinvolti lasciando sul tavolo tutti i nodi irrisolti. A partire dal potenziamento di organici, soprattutto quelli della polizia di Stato, ridotti al lumicino oltre che bisognosi di nomine utili a ricoprire ruoli della massima responsabilità nel pieno di una vera e propria emergenza criminale.

Dopo l’ennesima deflagrazione su un territorio grande quanto il Comune di Milano il Prefetto si accorge del “caso” Ostia e convoca il Comitato di sicurezza

L’auspicio è che la convocazione del Comitato per l’oridne e la sicurezza pubblica da parte del Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, vada ben oltre l’esigenza di dimostrare che lo Stato c’è quando, in realtà mancano forze dell’ordine adeguate alla tutela di un territorio di 150 chilometri quadrati, grande come il comune di Milano oltre che popolato da 236mila residenti.

Che l’emegenza in atto sia seria e, forse, indicativa dell’avvio di una vera e propria guerra tra bande per affermare la propria primazia su una zona tanto vasta lo dimostra quanto accaduto negli ultimi giorni in cui, anche se a scopo dimostrativo, si sono registrate tre potenti esplosioni provocate da altrettante bombe carta.

Il primo e più inquietante episodio si è registrato a Ostia, alle 23.30 circa di venerdì 7 agosto quando, in via delle Fiamme Gialle sul lato opposto al Comando territoriale della Guardia di Finanza, è deflagrato un ordigno rudimentale che ha danneggiato un’auto posteggiata e incrinato il parabrezza di un bus Atac in quel momento di passaggio (leggi qui).

La seconda esplosione si è verificata la notte di giovedì 10 agosto e ha terrorizzato i residenti di Dragona e dei quartieri limitrofi dell’entroterra lidense, generando un enorme fragore nei pressi di una concessionaria di auto in via Vicolo di Dragone (leggi qui).

Una terza bomba carta, è stata piazzata la notte scorsa, venerdì 11 agosto di fronte allo stabilimento balneare La bussola sul lungomare Amerigo Vespucci. L’ordigno è stato lanciato nel parcheggio di fronte al ristorante ormai chiuso provocando danni al cofano di un Audi Q5 di proprietà dei gestori che si trovavano ancora all’interno della struttura (leggi qui).

L’auspicio è che la riunione del Comitato non diventi una vuota parata di mostrine cucite sul petto

All’elenco, per completezza, va aggiunto un  quarto episodio che ha avuto luogo a Fiumicino, nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 agosto, quando una bomba piazzata di fronte al ristorante “da cacio e pepe” in via Passo Bucile, zona Isola Sacra, ha distrutto la veranda del locale ed è stata udita fino al lungomare della cittadina tirrenica (leggi qui).

Mentre sono in corso varie indagini, nel tentativo di individuare i potenziali attentatori soprattutto in punti coperti dalla registrazione delle videocamere di sorveglianza, si formulano le più diverse ipotesi, sino a immaginare che i vari attacchi vadano inquadrati in una più ampia strategia criminale forse collegata a una faida in atto tra i vari clan operativi sul territorio.

Di qui l’auspicio che la riunione convocata dal Prefetto non si trasformi in una parata simbolica di mostrine cucite sul petto ma riesca, parafrasando la stessa nota di convocazione del Comitato, a intraprendere mosse veramente capaci di ottenere “un maggiore controllo del territorio e il contrasto ad ogni forma di criminalità“.

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