Omicidio Willy, “testimoni inattendibili”: i fratelli Bianchi fanno appello alla sentenza

Puntando sull'instabilità dei testimoni, l'avvocatessa di uno dei due fratelli Bianchi cerca di annullare l'ergastolo inflitto all'assistito per la morte di Willy Monteiro Duarte

willy

I fratelli Bianchi non mollano e nell’appello depositato dall’avvocatessa Vanina Zaru, in particolare, Marco Bianchi, punta sull’inattendibilità dei testimoni per vedersi annullata la condanna all’ergastolo che è stata affibbiata ad anche a Gabriele, per l’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte (leggi qui).

Puntando sull’instabilità dei testimoni, l’avvocatessa di uno dei due fratelli Bianchi cerca di annullare l’ergastolo inflitto all’assistito per la morte di Willy Monteiro Duarte

Secondo Marco Bianchi, difatti, il giorno del fattaccio i testimoni sarebbero stati ubriachi e avrebbero raccontato agli inquirenti le modalità con le quali sarebbe stato ucciso il 21enne in uno stato psicofisico non ottimale.

Avrebbero inoltre rilasciato dichiarazioni falsate dall’effetto di una tempesta mediatica che ne avrebbe influenzato i giudizi.

Oltretutto la morte di Willy Duarte, sempre secondo l’avvocato difensore, non sarebbe chiara, ponendo un velo di dubbio sulle cause scatenanti del ragazzo di origine capoverdiana.

Nonostante quest’ultima richiesta, la condanna del tribunale di Frosinone resta intatta e scolpita nella pietra, così come è sempre grande la mancanza patita da chi voleva bene a Willy e lo conosceva, e non può più riabbracciarlo dopo la tragica morte avvenuta nella notte tra il 5 ed il 6 settembre di ormai due anni fa.

L’obiettivo dei due culturisti di Artena, esperti di arti marziali miste, è evidente, vogliono una nuova perizia che li portino ad avere una riduzione della pena o addirittura l’assoluzione piena e, a cascata, in tutto questo sperano anche gli altri condannati, ovvero suo fratello, oltre a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, riconosciuti (per ora) come colpevoli dei fattacci di sangue avvenuti a Colleferro.

Attacco frontale anche ai danni dei media, con Marco Bianchi che li accusa di essersi schierati tutti contro di lui e contro gli altri imputati fin dal primo momento, definendolo come un soggetto violento e assetato di sangue.

Si attende pertanto la prossima puntata di questa tragica storia per vedere che fine faranno i fratelli di Artena, se resteranno o no dietro le sbarre.

Proprio lo scorso 9 novembre in un altro nostro articolo vi avevamo descritto altri recenti particolari (leggi qui), con nuovi guai ed accuse per i due bruti, in questo caso con prove che parrebbero schiaccianti riguardo al maltrattamento di animali.

Nel dettaglio, i carabinieri della compagnia di Colleferro, circa un mese fa avevano notificato a Marco Bianchi, 26 anni, al padre Ruggero, di 59, e ad altre due persone loro conoscenti di 34 e 67 anni, l’avviso di conclusioni indagini che avrebbe potuto portare al rinvio a giudizio da parte del tribunale Velletri.

In particolare erano stati in quella occasione ben due i video video rinvenuti sul suo telefonino dopo l’omicidio di Willy. Dall’analisi fatta sul cellulare, sequestrato dopo l’uccisionen di willi, i miliatari avevano rinvenuto le due agghiaccianti uccisioni di due animali, a testimonianza della loro violenza.

Questi altri fatti risalgono al 2017, quando Marco Bianchi uccise un passero con un colpo di fucile, esploso a distanza ravvicinata.
L’amico, il 34enne indagato, ha lanciato l’uccellino in aria e Bianchi lo ha centrato, massacrandolo, dopo averlo catturato poco prima. Due anni più tardi, nel 2019, si scoprì che sempre Marco Bianchi, in compagnia del padre, aveva sparato più volte ad una pecora che era ferita.

canaledieci.it è su Google News: per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

Un passero ucciso in volo: nuovi guai per l’omicida di Willy