Ostia, nuovi dispositivi sui semafori: ecco a cosa servono (VIDEO)

Preoccupati gli automobilisti che hanno notato anche sui semafori di Ostia sensori e telecamere puntati sulla strada. Abbiamo scoperto a cosa servono

Nuovi autovelox per sanzionare chi corre sul lungomare? I foto red che multano chi passa con il rosso in viadotto Attico Tabacchi? Un sistema di videosorveglianza per registrare le targhe dei veicoli in entrata e in uscita a Ostia? Sono le domande che stanno ossessionando in questi giorni gli automobilisti della cittadina balneare dopo che alcuni operai hanno posizionato su alcuni semafori telecamere e sensori.

Preoccupati gli automobilisti che hanno notato anche sui semafori di Ostia sensori e telecamere puntati sulla strada. Abbiamo scoperto a cosa servono

No, non è nulla di tutto questo. Le tecnologie che si stanno posizionando sui semafori di alcuni dei punti più congestionati dal traffico di Ostia sono utili a ridurre i rischi di formazione delle code. Sono, appunto, strumenti salvacode.

Il sistema di funzionamento, proposto da Google e già attuato su via Cristoforo Colombo, via del Porto Fluviale e piazzale Appio, è semplice e dialoga direttamente con la app Maps del colosso di Mountain View. Quando i sensori registrano un accodamento di diverse decine di metri contro un ridotto flusso nel senso laterale dell’incrocio, viene inviato l’imput di far scattare il verde e favorire il via libera sul semaforo che registra la coda.

semaforo intelligente

Molteplici e meritori sono gli obiettivi che il progetto si ripropone di raggiungere. Innanzitutto quello di tutela dell’ambiente: ridurre lo stazionamento dei veicoli in coda si traduce automaticamente nell’abbattimento dell’emissione di gas e particolato inquinante. Al tempo stesso, si ridurranno i consumi di carburante, contribuendo quindi al risparmio energetico di risorse non rinnovabili.  Infine, la fluidificazione della circolazione, ridurrà il tempo perso di ostiensi e romani nel traffico: si calcola (dati pre pandemia) che nella Capitale ciascun automobilista “spreca” mediamente 166 ore in auto.

Certo, per alcune zone è difficile che il sistema proposto da Google e fatto proprio dal Comune di Roma, possa risolvere il problema delle code. E’ il caso ormai cronico, ad esempio, della via Cristoforo Colombo dove i rallentamenti sono sistematici anche in presenza dei vigili urbani che regolano i semafori. Più che un mago dell’algoritmo sarebbe urgente e necessario investire in trasporti pubblici efficienti e ben distribuiti, realizzare nuove infrastrutture viarie, incentivare e mettere a sistema lo smart working.

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