Cotral sotto la lente d’ingrandimento dell’Anac: consulenze per 3 milioni di Euro ai “soliti” avvocati

L'indagine ha preso in esame le consulenze legali fornite a Cotral nel periodo 2016-2021

Roma: l’Ente Nazionale Anti-Corruzione, l’Anac, mette sotto la propria lente d’ingrandimento Cotral, riguardo a 637 consulenze legali, effettuate nell’arco degli ultimi 5 anni. Di queste, ben 483 sono state affidate ad un pool di soli nove avvocati. A tal proposito, l’autorità anti-corruzione scrive alla Cotral, la società regionale del trasporto extraurbano.

L’indagine ha preso in esame le consulenze legali fornite a Cotral nel periodo 2016-2021

Con un esposto dettagliato, sono state analizzate diverse carte. Facendo riferimento ad esempio agli anni 2016, 2017 e 2021 sono state effettuate circa 4,4 milioni di spese legali e 3 di questi sono stati intascati dagli studi legali di nove professionisti del foro.

A Giampiero Proia sono stati liquidati 726.500 euro per un totale di 152 incarichi, a Fabrizio Paragallo 357mila Euro (55 consulenze), a Sonja Puglionesi 196.400 euro (47 consulenze), a Cristiano Annunziata 451.552 euro (34 consulenze), a Mario Assennato 183.757 euro (46 consulenze) agli avvocati Marcello Cardi ed Enrico Boursier Niutta 615.650 euro (79 incarichi), all’avvocato Giuseppe Gallo 200.163 euro (40 incarichi), ad Enzo Morrico 190.853 euro (30 incarichi).

In questo ingente flusso di denaro che va sempre nelle stesse direzioni, l’ente ravvisa evidentemente delle criticità nel quinquennio 2017-2021, chiedendo alla direzione di Cotral, segnatamente al suo direttore generale Giuseppe Ferraro e a quello dell’anticorruzione della Regione Lazio Maria Chiara Coletti il perché dell’abolizione dell’elenco degli avvocati, che era funzionante fino al 2014. Da quell’anno in poi la presidenza di Cotral e la direzione dell’Anticorruzione hanno invece potuto scegliere a propria discrezione a chi dare le consulenze in base ai propri rapporti di fiducia, seguendo anche le indicazioni dei propri dirigenti.

Giuseppe Busia, presidente Anac, ravvede una “evidente distonia in tutto questo, che cozza con i principi di trasparenza e parità di trattamento comportando una eccessiva discrezionalità a vantaggio dei vertici della società” a tutela dell’interesse pubblico.

Ovviamente la difesa non si è fatta attendere, con la spiegazione data da Amalia Colaceci, presidente di Cotral, che ha spiegato come l’orientamento della giurisprudenza consolidato dà questi incarichi di carattere fiduciario a legali esterni, visto che Cotral non ha un proprio servizio legale. Inoltre la nostra azienda dà questi incarichi con procedura rigorosa applicando i minimi tariffari e riducendo i livelli del contenzioso. Anac non tiene in considerazione della omogeneità delle tematiche trattate nei vari gradi di giudizio. Inoltre – conclude la Colaceci, verso di noi non ci sono sanzioni ma solo raccomandazioni, proprio perché tutta la questione è collegata all’assenza del regolamento attuativo del codice appalti, che è in via di definizione. Pertanto noi rivendichiamo la correttezza del nostro operato”.

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