Passione tartarughe: con WWF e TartaLazio, i volontari si preparano per le prossime nidificazioni (VIDEO)

Anche quest'anno TartaLazio lancia l'invito a diventare un volontario della Rete e aiutare le tartarughe marine nella fase della nidificazione

Ostia: nell’occasione della Giornata mondiale delle tartarughe che ricorre oggi 23 maggio, WWF Litorale Laziale e TartaLazio ricordano che negli ultimi anni le spiagge della nostra costa sono state baciate dalla fortuna, per via delle numerose nidificazioni delle tartarughe marine.

Affinché la meraviglia di questi avvenimenti venga gestita al meglio nella fase operativa vera e propria, e cioè intorno alla metà del mese di giugno, è fondamentale l’aiuto dei volontari. Chiunque può decidere di diventarlo senza la necessità di una competenze di base. Ecco come fare.

Anche quest’anno TartaLazio lancia l’invito a diventare un volontario della Rete e aiutare le tartarughe marine nella fase della nidificazione

WWF Litorale Laziale e TartaLazio per il terzo anno di seguito saranno impegnate insieme nella complessa gestione della stagione della nidificazione delle tartarughe marine sulle coste laziali.

Già da qualche tempo sono iniziate alcune attività fondamentali in questa fase preliminare che precede i lieti eventi, che sono il reclutamento dei volontari e la sensibilizzazione dei cittadini al rispetto dei tratti di spiaggia prescelti dalle tartarughe per depositare le uova, che con un po’ di fortuna verranno nuovamente raggiunti nelle prima metà del prossimo mese (leggi qui).

Seguendo le linee del Ministero della Transizione Ecologica, la Rete Tartalazio è la Rete regionale che si occupa sia di recuperare le tartarughe in difficoltà e curarle, che tutelarne la riproduzione della specie, e in entrambi i casi restituire gli esemplari alla vita selvatica in mare.

Pur operando in collaborazione di istituzioni pubbliche e private, l’apporto decisivo per Tartalazio è quello dei volontari, che nel periodo della nidificazione, che avviene in estate, dovranno soprattutto monitorare le spiagge alla ricerca delle tracce di nidificazione delle tartarughe marine.

Per fare questo, poichè non è richiesta nessuna particolare competenza di base, chiunque fosse interessato può inviare una e-mail a Luca Marini, il coordinatore della Rete Tartalazio, scrivendo a lmarini@regione.lazio.it  e comunicare la propria disponibilità ad essere inserito nel gruppo Whatsapp dei volontari dove vengono condivise tutte le informazioni utili e necessarie per le future attività.

Occhio alle tracce: ecco come fare per trovare i nidi

Le femmine escono dal mare, risalgono la spiaggia, scavano una buca e vi depongono circa 100 uova. Poi tornano in acqua e si allontanano. Solo la loro traccia rimane visibile sulla spiaggia, ma può facilmente essere cancellata dal calpestio, dal vento, dai mezzi che setacciano la sabbia. Così, per i nidi c’è il pericolo di venir distrutti anche dal palo di un semplice ombrellone.

E’ qui che entrano in gioco i volontari, che per proteggere i nidi devono immediatamente segnalare la posizione esatta in cui vengono trovate le tracce, spesso ben visibili specialmente al mattino presto, per la possibilità che siano state lasciate da una tartaruga che ha deposto le uova poche ore prima, durante la notte.

“In tal caso – sottolinea TartaLazio – è importante non calpestate assolutamente quest’area e chiamate al più presto la Guardia Costiera al numero blu 1530 (gratuito su tutto il territorio nazionale ed attivo 24 ore su 24) per segnalare la presenza del nido”.

Passione tartarughe: con WWF e TartaLazio, i volontari si preparano per le prossime nidificazioni (VIDEO) 1

Anche WWF Litorale Laziale che quest’anno per la terza volta collabora con Tartalazio per la gestione delle nidificazioni, è pronto a schierare in campo le sue risorse, e cioè come per il 2021, un nutrito gruppo di studenti che assieme ai soci WWF per incontrare la cittadinanza e gli operatori balneari per il delicato e importante lavoro di sensibilizzazione sul il tema delle nidificazioni. 

Durante l’anno scolastico i ragazzi hanno curato una sezione del giornale d’Istituto dedicato al tema e preparato un glossario dei termini utilizzati nella pratica della cura dei nidi o per indicare fasi della vita delle tartarughe.

Pronto intervento tartarughe: le indicazioni per prestare soccorso

E’ purtroppo tristemente noto, che la metà delle tartarughe rinvenute sulle spiagge ha della plastica nello stomaco. Dati sconfortanti che arrivano dal Mar Mediterraneo, rivelano infatti che qui, 150mila tartarughe restano impigliate in reti fantasma o immondizia di plastica.

La plastica in mare è dunque  il nemico numero sia per le tartarughe marine che per moltissime altre specie, circa cento, tra uccelli marini, balene, alici e altri pesci che ogni anno ingeriscono oggetti o finiscono intrappolate in lenze, reti e altri rifiuti, con conseguenze spesso fatali.

Luca Marini, dirigente della Regione Lazio e coordinatore della Rete Tartalazio, ha fornito per questo delle importanti indicazioni che tutti i cittadini possono seguire come pronto intervento, quando si trova una tartaruga spiaggiata.

In inverno questo può capitare a causa delle forti mareggiate. In tal caso, che siano vive o morte, grandi o piccole, impigliate o ferite, non bisogna cercare di liberarle e di rimettetele in mare, perchè nelle loro condizioni di spossatezza, le tartarughe non riuscirebbero a sopravvivere se rigettate in acqua.

L’intervento anche per tentare di liberarle dalle reti o lenze alle quali sono impigliate, va fatto con cautela o preferibilmente da mani esperte, poichè è un’operazione molto delicata che deve essere svolta senza fare correre alcun rischio agli animali.

Solo quando ci si trova di fronte a degli animali molto piccoli, al massimo di 40 cm, questi possono essere raccolti e messi in una bacinella senza acqua in attesa dei soccorsi, per evitare che il mare li trascini via con sé.

Ma in ogni caso, l’indicazione da rispettare sempre e di fondamentale importanza per dare maggiori chance di salvezza all’esemplare di tartaruga in difficoltà, è chiamare immediatamente la Capitaneria di Porto al numero verde 1530, affinchè un nucleo di esperti soccorritori arrivi quanto prima per prendersi cura degli animali in difficoltà e per trasportarli presso uno dei centri di primo soccorso.

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