Roma, medico no vax nei guai: certificava vaccinazioni senza farle

Il medico è indagato per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e con lui i 13 pazienti coinvolti nella falsa inoculazione

Un medico. Foto di repertorio

Un medico di medicina generale no vax aveva messo in piedi un gran giro di false vaccinazioni  anti covid, propedeutiche a far ottenere il green pass.

Si tratta di Alessandro Aveni, medico dell’attore Pippo Franco coinvolto nell’inchiesta.

Il medico è indagato per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e con lui i 13 pazienti coinvolti nella falsa inoculazione

A firmare le false attestazioni, punture mai eseguite, un medico di Roma che ha lo studio nella zona dell’Appio Tuscolano, finito agli arresti domiciliari.

Il tutto è stato scoperto dal gruppo dei Nas dei carabinieri che oggi hanno eseguito l’ordinanza che applica la misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le indagini preliminari del locale tribunale nei confronti del medico romano.

Il medico  in questione è indagato per “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti e documenti informatici pubblici”.

Ma non è il solo a finire nei pasticci, con lui sono finiti nei guai in 13, tutti suoi pazienti.

Il modus operandi

Il medico predisponeva false certificazioni attestanti vaccinazioni anti Covid in realtà mai fatte, provvedendo inserendo nel sistema informatico della Regione Lazio dati che, sebbene falsi, hanno permesso ai 13 pazienti di ottenere il rilascio del green pass, anche questi già sequestrati.

In un altro caso, questo è un metodo all’apparenza semplice, rispetto a uno più complesso adottato da un altro medico dei castelli romani che si faceva pagare 50 euro per ogni dose falsa di vaccino che iniettava, ma era una semplice soluzione salina.

I nas di Roma, invece, hanno ricostruito che il medico dell’Appio Tuscolano non inoculava nulla, neppure per finta. Così almeno per il momento, non risultava che in cambio ricevesse danaro.

Oltretutto dalle indagini svolte è anche emerso che alcuni soggetti falsamente vaccinati, nel giorno della presunta somministrazione, si trovavano a centinaia di chilometri da Roma.

L’indagato è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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