Roma, no vax con covid al Pronto soccorso rifiuta le cure e aggredisce l’infermiera

Il paziente, ricoverato per covid, ha preso a calci la donna all'ospedale San Camillo: per lei una prognosi di 10 giorni

Roma: brutale aggressione ad un’infermiera da parte di un paziente no vax ad un’infermiera.

Il paziente, ricoverato per covid, ha preso a calci la donna all’ospedale San Camillo: per lei una prognosi di 10 giorni

L’episodio di violenza è accaduto venerdì scorso presso l’Ospedale San Camillo, con il paziente che ha rifiutato le cure ed è stato successivamente denunciato per le lesioni cagionate alla donna, refertata con una prognosi di 10 giorni. L’uomo era ricoverato perché positivo al covid e si era aggravato, ma, dopo aver rifiutato le cure ha preso a calci l’infermiera.

La sicurezza del personale sanitario nelle strutture ospedaliere è messa in pericolo sempre, e il fenomeno cresce ogni giorno di più, con il protrarsi delle follie negazioniste sul Covid”. Così si è espresso il presidente dell’Ordine degli infermieri di Roma, Maurizio Zega , riguardo a questa aggressione, in particolare Zega tiene ad esprimere  alla donna tutta “La solidarietà e l’affetto dell’Ordine romano”.

Proprio quest’oggi “Roma conoscerà l’ennesimo raduno di irresponsabili che sono, si legge sulla stampa, pronti a ‘creare disagi alla città’: intanto uno di loro ha provato a spaccare la testa a chi voleva soltanto curarlo. Quando oggi si sentiranno le consuete dichiarazioni deliranti – seguita Zega – verrebbe loro da rispondere: andate a dirlo a questa giovane presa a calci in testa”.

 “A noi sembra – rincara la dose Zega – che l’esercizio della professione sia reso ogni giorno sempre più difficile, e su questo le autorità pubbliche dovrebbero interrogarsi. Intanto ci pestano, ora qui ora là, poi gli infermieri sono bellamente dimenticati dal Governo in sede di legge Finanziaria, e così restiamo con compensi peggio che ridicoli”.

In particolare, Zega non ci sta a vedere il personale sanitario mandato al macello, e dice: Sembrano semplicemente ignorare la nostra esistenza anche se oggi leggeremo magari un diluvio di dichiarazioni di solidarietà alla nostra collega, che però avranno un bel sapore di ipocrisia: dopo essere stati dichiarati eroi, si vuole anche dichiararci martiri? Il colmo è che questo avviene mentre tutti lamentano che siamo troppo pochi, che c’è bisogno di più infermieri. Secondo autorevoli fonti scientifiche anche il numero di morti durante la pandemia, anomalo nel caso italiano, potrebbe essere dovuto proprio alla carenza di infermieri”.

In particolare, il Presidente dell’Ordine Romano, invita ad una presa di posizione, chiedendo se forse “Non sia ora il caso che ci si svegliasse? Alla nostra collega appena arrivata ad esercitare la sua professione va il nostro abbraccio e la nostra vicinanza: nella speranza che questo ennesimo orribile episodio faccia riflettere chi di dovere su una situazione ormai insostenibile. È ora di svegliarsi”.

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