Serie A, 24ma Top & Flop: super Lazio a Firenze, Roma nell’Abisso

Volano i biancocelesti: tre gol e tre punti. All’Olimpico l’arbitro rovina la festa giallorossa al 90esimo

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Il super sabato di Serie A si è concluso ieri sera rispettando le aspettative della vigilia: gol, spettacolo e polemiche.

Volano i biancocelesti: tre gol e tre punti. All’Olimpico l’arbitro rovina la festa giallorossa al 90esimo

Ad aprire la giornata è stata la Roma, fermata sullo 0-0 da un Genoa battagliero e dall’ennesima direzione gara incomprensibile subita in questa stagione. Il gol da tre punti di Zaniolo al 90esimo si è trasformato da sogno a incubo: revocato dal VAR e cartellino rosso per il 22 giallorosso. In serata la miglior Lazio della gestione Sarri si è imposta in maniera perentoria su una Fiorentina ancora tramortita dalle polemiche legate al mercato.

Volano i biancocelesti: tre gol e tre punti. All’Olimpico l’arbitro rovina la festa della Roma al 90esimo

Basta una rapida occhiata alla classifica per rendersi conto del nuovo aggancio della Lazio ai danni della Roma. Le squadre della Capitale si rincorrono, si sorpassano e ri-sorpassano a cadenza regolare da inizio stagione, senza però riuscire a trovare la continuità di risultati necessaria per alzare l’asticella delle ambizioni. La Lazio proverà a partire dai tre punti pesanti di ieri, la Roma ha fallito la prima grande occasione del mese di febbraio.

 

Fiorentina – Lazio

Nella notte di Firenze si è vista una delle versioni più convincenti della Lazio di Sarri: aggressiva, corta, dominante e cinica. I biancocelesti rispondono sul campo dopo una settimana molto complicata e lo fanno con un perentorio 3-0 che non lascia diritto di replica. La Fiorentina sicuramente ha ancora bisogno di assestarsi dopo il caso Vlahovic e l’arrivo last minute di Cabral, ma i viola, ed è bene ricordarlo, non perdevano in casa da sette gare nelle quali avevano segnato 35 gol.

La partita è molto bella e si gioca fin dalle prime battute a ritmi molto alti: i padroni di casa prendono possesso del pallone, i biancocelesti controllano la situazione provando a pungere in ripartenza. Nei primi 45 minuti agli uomini di Sarri manca sempre l’ultimo passaggio, ma nella ripresa la musica cambia e la Lazio si riscopre spietata. Milinkovic, Immobile e l’autorete di Biraghi, propiziata dal 17 biancoceleste, sono una sentenza dura e importante per la stagione. Con il 3-0 di ieri sono quattro le partite consecutive senza subire gol per la Lazio (tre in Serie A): un punto di partenza fondamentale per cercare continuità.

 

Top

Sarri. Questa volta la copertina deve prendersela lui: seduto in panchina o in piedi a bordocampo telecomanda la sua Lazio alla perfezione. La sensazione è che le sue idee stiano iniziando a far breccia nella testa dei giocatori.

Immobile. Era il giocatore più atteso, il primo da cui era lecito aspettarsi un segnale in una partita difficile e quando le premesse sono queste Ciro risponde sempre presente. Super prestazione e gol per festeggiare la 250esima da titolare in Serie A.

Milinkovic-Savic. Nell’estate del 2015 la sliding-door della sua carriera: dalla firma con i viola a quella con la Lazio; pochi mesi più tardi il primo gol in Serie A contro quella che sarebbe potuta essere la sua squadra. Ieri uno dei migliori in campo: è suo il gol che sblocca e indirizza il match.

Flop

Tare. “Sono fiero di aver fatto un grande lavoro sul mercato, è stato importante con le cessioni”, così il DS della Lazio ai microfoni di Sky Sport nel pre-partita. Poco da aggiungere se non che la volontà di crescita dovrebbe partire dall’alto.

Alternative. Cataldi, Felipe Anderson, Hysaj e Basic: sono questi i cambi di Sarri nella partita di ieri, l’unica altra soluzione in panchina era rappresentata da Jovane Cabral. Contro la Fiorentina è servito, ma non può bastare per sempre.

Rimpianti. La Lazio vista ieri ha dimostrato di poter essere molto più competitiva rispetto a quanto fatto intravedere nel girone d’andata. Serve tempo in un percorso, ma forse qualche passo falso si sarebbe potuto evitare con un pizzico in più di determinazione.

 

Roma – Genoa

Ci si aspettava un pomeriggio sereno all’Olimpico: le 100 panchine in Serie A di Mourinho da festeggiare, una partita sulla carta semplice, un turno di campionato favorevole e l’occasione per tornare ad alzare la testa verso l’Europa che conta, invece tutto questo si è trasformato ancora una volta in un insieme di frustrazione, rabbia e delusione. Per il risultato, senza dubbio, ma anche e soprattutto per il modo in cui è maturato: l’ennesima decisione arbitrale controversa e sfavorevole ai giallorossi.

Il Genoa, aggressivo e concentrato, ha costretto la Roma ad uno sforzo importante per riuscire ad entrare in partita. Con il passare dei minuti gli uomini di Mourinho però hanno trovato le contromisure rendendosi pericolosi pur senza trovare la via della rete. Le partite bloccate spesso e volentieri necessitano del lampo di genio, del colpo del fuoriclasse, e la Roma lo ha trovato allo scoccare del 90esimo minuto grazie ad un’azione personale di Zaniolo che ha depositato con forza il pallone in rete ed è corso sotto la Curva ad abbracciare i suoi tifosi. Sarebbe stato l’epilogo perfetto di una settimana complicata e invece il VAR richiama l’arbitro Abisso per un fallo precedente di Abraham e il gol viene revocato. Come se non bastasse pochi secondi più tardi il direttore di gara estrae il rosso all’indirizzo di Zaniolo reo di aver chiesto spiegazioni in una maniera giudicata irrispettosa. Dure le parole di Mourinho a fine partita: “Siamo piccoli agli occhi del potere. Così non è più calcio”.

 

Top

Zaniolo. “Possono cancellare tutto, ma questo rimarrà per sempre nella mia mente”, queste le parole di Zaniolo a corredo della foto della sua esultanza sotto la Sud. Dopo una settimana di polemiche inutili e strumentali il gioiello giallorosso si è caricato la squadra sulle spalle riuscendole a regalare i tre punti. Poi cancellati.

Coesione. Mourinho è sempre stato un maestro nel creare ad arte “nemici esterni” ed utilizzarli per compattare il suo gruppo, a Roma ne ha trovati di reali. Nella Capitale è riuscito ad unire tutto l’ambiente: tifosi e squadra; e visto il recente passato è già una vittoria enorme.

Rosa. La sessione invernale di calciomercato ha aumentato la profondità della panchina garantendo a Mourinho più soluzioni. Contro il Genoa la Roma non è riuscita a vincere ma l’impatto delle riserve è stato comunque molto importante.

Flop

AIA. Per non puntare il dito contro arbitro, assistenti o VAR, probabilmente sarebbe il caso di chiamare in causa tutta l’Associazione Italiana Arbitri. La discrezionalità, l’applicazione alterna del regolamento e la mancanza di uniformità stanno condizionando profondamente questo campionato.

Abraham. La partita non era delle più semplici e l’attaccante inglese non è riuscito ad incidere come suo solito. Pochi i duelli aerei vinti nel primo tempo, tanto movimento ma poca concretezza nella seconda frazione. Ostigard gli toglie un gol, vero, ma avrebbe dovuto fare di più.

Qualità. Solamente 3 tiri in porta a fronte delle 23 conclusioni totali tentate dai giallorossi: un dato emblematico della mancanza d’efficacia della Roma. Nel primo tempo la squadra fa fatica a costruire, nel secondo a segnare.

                                                                                                            Michele Gioia

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