Dipendenti Ama deceduti per Covid: smentite connessioni con l’ambiente di lavoro

Roma, Ama: "Aver azzardato la connessione del decesso con la raccolta dei rifiuti genera allarme tra i lavoratori"

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Netturbini di Ama al lavoro

Roma: è polemica nelle ultime ore per l’ipotesi avanzata da alcuni rappresentanti sindacali di un contagio avvenuto nell’ambito lavorativo, come causa della morte di due dipendenti Ama. I due netturbini erano malati da tempo e avevano contratto il virus tramite link familiare.

Roma, Ama: “Aver azzardato la connessione del decesso con la raccolta dei rifiuti genera allarme tra i lavoratori”

I due operatori ecologici che sono deceduti di recente per Covid-19 erano malati da tempo  e avevano contratto il virus in famiglia. Uno dei due operatori era assente per questo già dalla fine di novembre dello scorso anno.

E’ stata Ama a precisare oggi le motivazioni della triste dipartita dei due operatori, nella nota che si è resa necessaria per smentire la tesi avanzata nelle ultime ore da alcuni rappresentanti sindacali, di una possibile connessione delle due morti con l’ambiente di lavoro nel quale operavano i dipendenti.

La stessa azienda anche lo scorso anno, aveva diffuso una comunicazione dettagliata sulle misure anti-contagio adottate per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei propri dipendenti con presidi di sicurezza adeguati di pari passo con l’evolversi dell’emergenza sanitaria.

Tra le misure anti-contagio adottate, oltre allo scaglionamento dei turni in entrata e in uscita dalle sedi operative, con l’attacco e la fine turno ogni 30 minuti, evitando il contemporaneo accesso agli spogliatoi di lavoratori con armadietti vicini, ad essere garantita è anche adeguata aerazione nei locali spogliatoi e nelle aree comuni.

Assicurata la cristallizzazione degli equipaggi, il più possibile fissi, e l’approvvigionamento di prodotti e presidi, con particolare attenzione ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che vengono forniti ai dipendenti, che ad oggi risultano essere oltre 4milioni di mascherine (più della metà delle quali con filtro ad alta protezione ffp2 e ffp3), e più di 2 milioni e 600mila di paia di guanti monouso.

A proseguire specifica Ama, è anche la sanificazione dei mezzi pesanti e leggeri utilizzati per la raccolta dei rifiuti e nelle scorse settimane è stato attivato un servizio di screening rapido mobile, tramite camper disponibile entro 48 ore su richiesta dei responsabili operativi AMA di ogni singolo municipio di Roma.

Non c’è alcuno studio scientifico che attesti che si può contrarre il virus tramite i rifiuti prodotti in casa da utenti positivi. Aver azzardato l’ipotesi, che per quelle due morti ci possa essere una qualche connessione con la raccolta dei rifiuti, è un atto molto grave che genera allarme tra i lavoratori e per il quale ci riserviamo di valutare ogni eventuale passo successivo – ha comunicato Ama”.

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