Il parere: “Basta case popolari sul lungomare di Ostia”

Unione Inquilini e X Municipio vogliono convertire gli studentati ex Enam del lungomare in case popolari. Perché la riteniamo una scelta scellerata

ex Enam Ostia

Ancora case popolari a Ostia. Alloggi dove concentrare il disagio sociale e residenziale in uno spicchio di città già provata dal fenomeno e per la quale la vocazione dovrebbe essere tutt’altra ovvero quella turistica.

Convertire gli studentati ex Enam del lungomare in case popolari è una scelta scellerata

L’oggetto del desiderio per l’Unione Inquilini e per il X Municipio sono le due palazzine confinanti che affacciano rispettivamente su largo delle Sirene 5 e su lungomare Paolo Toscanelli al civico 200. Il primo è un edificio su cinque livelli per un totale di 24 alloggi più spazi comuni, il secondo (denominato La Casa del Maestro), più basso, ospita 40 mini-appartamenti. Sono due immobili realizzati (e quindi appartenuti) dall’Enam, Ente Nazionale Assistenza Magistrale nato nel 1947 e disciolto da Berlusconi nel 2010. In epoche remote quelle palazzine servivano per ospitare le maestre in soggiorni marini ma nelle ultime fasi della vita con l’ente sono state impiegate come studentato.

Tutto il patrimonio Enam è stato assorbito dall’Inps e, quindi, anche i due fabbricati. Dal 2014 quegli alloggi sono inutilizzati e dopo un tentativo di occupazione, il pianterreno di una palazzina è stato murato ed entrambe sono sotto vigilanza privata h24.

Dopo una manifestazione tenutasi la settimana scorsa (leggi qui) per rivendicare l’uso sociale, ovvero alloggi per famiglie sfrattate e senza casa, grazie all’intercessione del deputato Stefano Fassina e con l’accordo dell’assessora alle Politiche sociali del X Municipio, Germana Paoletti, l’Unione Inquilini ha ottenuto dal Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, la disponibilità a vendere gli immobili all’amministrazione.

Perché diciamo no

Quella di trasformare gli ex edifici Enam in case popolari è l’ennesima scelta scellerata compiuta ai danni di un quartiere-città marinaro e, pertanto, ad elevata vocazione turistica. In quale parte del mondo una cittadina turistica deciderebbe di collocare gli edifici abitativi sociali nella sua parte più attrattiva?

Questa scelta, poi, stona pesantemente rispetto al programma politico dell’attuale governo della città: si intende abbattere il cosiddetto lungomuro vale a dire demolire tutte le strutture in muratura che si trovano sulla spiaggia. Una volta che questo disegno sarà realizzato, ci si immaginano schiere di bagnanti che scendono da Roma in costume oppure si immaginano strutture turistiche “di servizio” dove soggiornare o, semplicemente, cambiarsi, farsi una doccia, rifocillarsi? Il modello Rimini e Riccione, spesso invocato dagli amministratori come punto di riferimento turistico libero dagli stabilimenti balneari, si basa sul binomio inscindibile spiaggia-albergo racchiuso in una decina di metri di distanza massima.

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Uno dei complessi ex Enam sul lungomare di Ostia: Unione Inquilini e X Municipio li vorrebbe trasformare in case popolari

Sempre in tema di collocazione, troviamo anche infelice aggravare una condizione di estremo disagio già fortemente caratterizzante l’area circostante alle palazzine Enam che fiancheggiano il Vittorio Occupato (cento famiglie nella ex colonia) e si trovano a due passi di centri assistenziali Caritas e Sant’Egidio. Senza contare il progetto del X Municipio di trasformare l’ex Ufficio Tecnico di lungomare Paolo Toscanelli in un altro centro socio-assistenziale.

Crediamo che in fatto di scelte drammatiche sotto questo profilo Ostia abbia già dato. Nel 1972 oltre mille famiglie di baraccati vennero deportate in quella che è la Nuova Ostia, ospitate in case di sabbia che tuttora sono una minaccia in fatto di stabilità e funzionalità. Ostia ancora paga il frutto di quella concentrazione di soggetti disagiati.

E, infine, il X Municipio anche in fatto di quantità di case popolari ha già contribuito ampiamente a risolvere le emergenze alloggiative non solo proprie ma anche di Roma. Secondo l’Osservatorio Casa Roma (dati 2018) tra alloggi Ater, alloggi comunali, e alloggi in fitto passivo Ostia Nord conta 5536 case popolari e Acilia presenta “concentrazioni elevate” fino a un totale per il X Municipio di 5835 alloggi. Un dato che induce a osservare quanto segue: “Bisogna notare che la maggior parte del territorio del decimo municipio è costituito dalla riserva naturale di Castel Porziano così da far presagire una notevole presenza di alloggi popolari nella scarsa porzione costruita”.

Le proposte di riuso

Il Parco Archeologico di Ostia matura da anni il desiderio di ospitare in una sorta di Erasmus della Storia gli allievi archeologi provenienti da ogni parte del mondo per applicarsi sul campo nella valutazione delle materie collegate. Una bozza di progetto riguardava il cosiddetto Casone del Sale in via Morcelli che, però richiede forti investimenti per la ristrutturazione e una resa ridotta a un massimo di una dozzina di posti letto. Perchè non pensare alla riconversione degli alloggi Enam in quella direzione? Soprattutto adesso che il Parco ha ricevuto una dotazione di 32 milioni di euro dal Mibac.

Un altro ambito di applicazione potrebbe essere quello universitario. Roma Tre ha dimostrato di essere molto interessata al polo ostiense. Qui, nell’ex Enalc di Castelfusano, ha collocato il corso di specializzazione in Ingegneria del Mare e (pandemia permettendo) ha previsto di aprire un corso di Giurisprudenza nelle materie della Sicurezza. Perchè non confrontarsi con il Rettore e valutare proficue ipotesi di valorizzazione?

Sono solo due esempi, questi, ma se ne potrebbero presentare molti altri per cercare di fare uno sforzo progettuale, ambizioso, lungimirante, tentando di evitare che il lungomare perda sempre più le sue funzioni attrattive e venga trasformato in uno spazio legato al disagio e alla disperazione.

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