“Il Campidoglio annaspa sulle spiagge di Ostia”: j’accuse di Mariacristina Masi (FdI)

Il ritorno delle competenze amministrative all’Ufficio di scopo di Roma Capitale non ha risolto i cronici problemi delle spiagge del Lido

Un passo indietro di trent’anni che ora ritorna come un boomerang sul X Municipio e sugli ormai cronici ritardi nell’avvio della nuova stagione balneare e nella gestione delle spiagge libere.

Il ritorno delle competenze amministrative all’Ufficio di scopo di Roma Capitale non ha risolto i cronici problemi delle spiagge del Lido

Arenili pubblici senza bagnini, degrado diffuso delle aree verdi, marciapiedi invasi dalla sabbia e dalle erbacce, la linea di costa che frana erosa dalle mareggiate e dal gioco implacabili delle correnti.

Sono solo alcune delle conseguenze attribuibili secondo l’opposizione, alla centralizzazione delle competenze amministrative su Ostia in capo al Campidoglio.

Martedì 31 ottobre dello scorso anno l’inedito asse politico di maggioranza costituito da Pd e M5S ha infatti cancellato, con un provvedimento approvato dall’Assemblea capitolina, le norme con cui, nel 1992, Marco Pannella, allora mini-sindaco di Ostia, aveva ottenuto il riconoscimento di poteri speciali per il municipio costiero. Poteri speciali poi inseriti dal sindaco Gianni Alemanno, nel Regolamento sul decentramento amministrativo varato nel 2011.

In vista della stagione balneare inaugurata il 1° maggio scorso il Campidoglio avrebbe, pertanto, dovuto sostituirsi al X Municipio nell’esercizio delle funzioni di “istruttoria ed elaborazione dei progetti di assetto e valorizzazione del litorale e dei relativi atti di esecuzione, d’intesa, ove occorra, con l’Ente gestore della riserva naturale statale del litorale romano;  attività relative alla manutenzione del Canale Pescatori; elaborazione di eventuali proposte di adeguamento e modifica, nonché l’attuazione del Piano di Utilizzazione degli Arenili” (leggi qui).

Le nuove misure, sottolinea in una nota il consigliere di Fratelli d’Italia in Assemblea capitolina, Mariacristina Masi, furono accolte con grande favore anche dal presidente del X Municipio Mario Falconi, caduto in “contraddizione rispetto alla volontà di aumentare l’ambito di autonomia” degli uffici locali dai dipartimenti del Comune di Roma Capitale.

Il presidente del X Municipio, rileva l’esponente di Fdi, “da una parte auspica il modello Parigi per dare maggiore autonomina ai Municipi, dall’altra si vanta di aver restituito le deleghe al Campidoglio, sapendo perfettamente che non si era predisposto nulla per arrivare pronti alla stagione. Occuparsi di uno dei tratti di mare più grandi d’Europa -incalza Masi- non è un lavoro che può essere improvvisato. In più la disorganizzazione e il ritardo con cui si è costituito l’Ufficio di scopo capitolino hanno prodotto, come avevamo preannunciato, che le spiagge libere non sono pronte a stagione già avviata”.

Un j’accuse puntato contro la Giunta guidata dal primo cittadino che non solo avrebbe impedito di “discutere l’argomento” nella Commissione consigliare competente, ma vorrebbe “gestire tutto senza avere critiche. Il Litorale avrebbe bisogno di un Dipartimento a parte, figuriamoci se può funzionare con un ufficio di scopo e uno da poco creato al Dipartimento Patrimonio sul cui sito non sono presenti neanche i contatti”.

Il tutto in un clima di boicottaggio rivolto verso “qualsiasi tentativo, anche quello di istituire una Commissione Speciale Litorale capitolina che permetta di effettuare sedute pubbliche” sulle urgenze da affrontare.

Ingranaggi amministrativi bloccati, sintetizza l’esponente di Fdi, che hanno, tra l’altro, impedito i lavori di ristrutturazione per lo spostamento della sede della polizia locale presso i locali dell’ex Gil.

Trasloco che consentirebbe al Comune di risparmiare i costi sinora pagati per l’affitto degli uffici attuali mentre sul tappeto restano altre “questioni chiave, come i problemi relativi al sottopasso di Malafede e agli interventi strutturali sulla via Cristoforo Colombo”.

Il timore è che si ripresentino al pettine gli stessi nodi che hanno creato gravi problemi nella gestione degli arenili di competenza comunale

Tra i capitoli che non sembrano trovare mai soluzione figura, infatti, il degrado che caratterizza le strade, i marciapiedi e le aiuole di Ostia ma, soprattutto, il timore che gli arenili aperti al pubblico si trovino nelle stesse condizioni in cui furono lasciati nella scorsa stagione balneare.

Condizioni inaccettabili per una cittadina che, tra villeggianti e pendolari della tintarella, registra d’estate milioni di presenze e continua, tuttavia, a rimanere al centro di un ampio e documentato cahier des doléances. In cima alla lista delle questioni più impellenti si colloca lo stato delle spiagge pubbliche prese d’assalto, nella scorsa stagione balneare, anche dagli sbandati che avevano piantato le loro tende a due passi dal Lungomare (leggi qui) e che sono afflitte anche dalla cronica mancanza dei servizi di salvataggio a mare (leggi qui).

La spiaggia libera “Grigia”, sul lungomare Duca degli Abruzzi, fu teatro, il 6 settembre dello scorso anno, del decesso della 77enne Luigia Palmisano.

La completa assenza di marinai di salvataggio, anche in quel tratto di arenile, fu poi oggetto di un intervento della Procura della Repubblica di Roma che, nel disporre l’esame autoptico della salma su richiesta dei familiari, aprì un filone di indagine volto ad accertare se il tempestivo arrivo dei soccorsi avrebbe potuto evitare la tragedia configurando, a quel punto, profili di responsabilità per il X Municipio (leggi qui).

Dobbiamo lavorare sul degrado in cui versa il litorale” conclude Masi e impedire che i turisti “assistano a uno spettacolo che non sia all’altezza, soprattutto per quanto riguarda le aree verdi. Abbiamo destinato al Municipio alcune risorse che si ha difficoltà perfino a impegnare” serve una “riflessione per “migliorare la condizione di uno dei quartieri più belli e importanti della Capitale”.

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