Ristorante all’Isola Sacra chiuso per 5 giorni. Il titolare contesta il verbale

Il ristorante "Da cacio e pepe" all'Isola Sacra è stato chiuso dalla Polizia per 5 giorni per il mancato rispetto delle normative anti-Covid.

Il ristorante “Da cacio e pepe” all’Isola Sacra è stato chiuso dalla Polizia per 5 giorni per il mancato rispetto delle normative anti-Covid. Gli agenti hanno contestato al proprietario la presenza di tavoli non distanziati e la mancata registrazione dei dati dei clienti.

Nel weekend si è registrato un boom di prenotazioni nei locali di Ostia e Fiumicino e il ristorante “Da cacio e pepe” non è stato da meno (leggi qui).

Ieri alle 14.30, all’esterno del locale di via Passo Buole, 98, tante persone erano in attesa di entrare per il secondo turno del pranzo.

Una pattuglia della Polizia di Stato, che transitava lì in quel momento, ha perciò chiesto al titolare Daniele Ieva di distanziare le persone che aspettavano fuori. In pochi minuti, l’ordine è stato ristabilito. Sembrava fosse tutto finito, invece non è stato così.

Poco più di due ore dopo, alle 16.50, è arrivata una seconda pattuglia, che ha contestato al proprietario la presenza di tavoli non distanziati e la mancata registrazione dei dati dei clienti. La Polizia ha quindi ritenuto di chiudere il locale per 5 giorni e comminare una multa di 280 euro.

ristorante chiuso
Il post in cui il titolare del ristorante “Da Cacio e Pepe” annuncia la chiusura forzata

Già ad agosto, il locale è stato chiuso per 5 giorni per il mancato rispetto delle norme anti-Covid, ma il proprietario ha impugnato il verbale e alla fine ha dovuto pagare soltanto il 10% della multa.

Ristorante chiuso, il titolare: “Vorrei solo lavorare, ma ora rischio la licenza”

Anche in questa circostanza, il titolare Daniele Ieva è intenzionato ad affidarsi a un legale per contestare il provvedimento della Polizia: “Per loro alcuni tavoli erano troppo vicini. Io, però, dico solo una cosa: faccio il ristoratore, non mi posso mettere a far il vigile per educare le persone a non avvicinarsi troppo con le sedie. Per noi la chiusura significa nuove perdite”.

“Io ho appuntato nomi, cognomi, numeri di telefono e mail di quanti sono venuti a mangiare da me, ma in Questura mi hanno risposto che non è il foglio corretto. E’ già la seconda volta che chiudono il locale, io ora rischio la licenza. Io sono una persona che segue le regole, voglio solo lavorare”.

Il ristorante riaprirà al pubblico venerdì 26 febbraio.

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