Roma, cento malati covid-19 in attesa di un centro specializzato

Il contagio di covid-19 corre al galoppo a Roma. Nelle ultime 24 ore la piattaforma regionale destinata al collocamento di pazienti già diagnosticati e con i sintomi in corso, ha toccato un numero di cento casi in attesa di sistemazione in un centro specializzato.

Raggiungono le tredici-quattordici ore i tempi d’attesa per i malati diagnosticati in pronto soccorso prima che si il covid hospital dove trasferirli dia la disponibilità di un posto. Sono numeri che esprimono in modo inequivocabile la preoccupante crescita del contagio nella Capitale e nel suo hinterland. Una realtà che dà anche la misura del livello di “contaminazione” al quale vengono esposti i pronto soccorso. In questo articolo (leggi qui) avevamo già anticipato questo drammatico scenario.

Tutti i presidi di emergenza classificati covid-free, infatti, possono contare su pochissimi posti letto in isolamento e dover accogliere un numero così alto di malati sintomatici già diagnosticati espone a grossi pericoli per i pazienti no-covid oltre che per il personale. Ad Aprilia il pronto soccorso è stato chiuso in queste ultime ore dopo la diffusione del contagio a 15 tra medici e infermieri.

In questo articolo (leggi qui) l’Ares 118 segnala che trasportare un sospetto caso covid-19 in pronto soccorso covid free rientra nel protocollo operativo ma è evidente che qualcosa va cambiato per evitare l’aggravarsi della situazione. E’ emblematico, per esempio, che nella notte scorsa al “Grassi” di Ostia, con tutti i posti in isolamento occupati e malati covid in attesa di trasferimento da oltre quindici ore, il medico del pronto soccorso si sia rifiutato di ricoverare una paziente, compagna di un infetto diagnosticato al mattino. La donna, che oltre alla storia familiare accusava febbre e sintomi da covid, è stata visitata e, con la diagnosi confermata, è stata rimessa in ambulanza in attesa di trasferimento in un covid hospital.

Una concreta speranza per decongestionare lo stato dei fatti, la Regione Lazio sta approntando l’isolamento dei malati non gravi e la convalescenza dei guariti in alberghi presidiati da operatori (leggi qui). Va da sè che, naturalmente, va fatto in fretta.

In tutto questo va sottolineato il lavoro quasi eroico del personale dei pronto soccorso. Medici, infermieri e tecnici già provati dall’epidemia esplosa a marzo scorso, sono attesi ad una nuova massacrante prova di dedizione ed efficienza con il rinnovato pericolo di potersi infettare.

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