Ritrovati dai carabinieri i cimeli fascisti misteriosamente rubati dall’Archivio dello Stato

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Labari, gagliardetti, cimeli e bandiere delle Squadre d’azione fasciste utilizzati durante la Marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, erano misteriosamente scomparsi due mesi fa dall’Archivio Centrale dello Stato. Trafugati da ladri molto esperti, che sono riusciti a penetrare nel sotterraneo protetto dell’Archivio, nonostante le telecamere e i sistemi antifurto all’avanguardia. Saccheggiato un intero fondo, conservato per il suo grande valore storico per tutti gli studiosi del fascismo. Tre al momento gli indagati per il furto.

I cimeli della Marcia su Roma scoperti in casa di un noto collezionista romano

Ma chi poteva avere interesse a compiere un furto così difficile e pericoloso, per portare via oggetti il cui unico valore è quello della loro testimonianza storica?

La pista considerata più plausibile dagli investigatori del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale  è stata fin dall’inizio quella del furto a scopo di lucro: un colpo architettato per rivendere i cimeli ai collezionisti.

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I militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo dei carabinieri hanno scoperto che i materiali, tutti provenienti dalla marcia su Roma del 28 ottobre 1922, e poi esposti durante la Mostra della Rivoluzione Fascista del 1932, sono molto ambiti da alcuni particolari collezionisti, disposti a pagare migliaia di euro anche per un solo esemplare.

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La refurtiva è stata scoperta in casa di un collezionista della Capitale: l’uomo ha dichiarato però di essere convinto di aver acquistato cimeli e bandiere che erano andati dispersi con l’inizio della Resistenza partigiana e dopo la caduta del regime fascista, il 25 luglio del 1943.

I reperti storici rubati sono gagliardetti neri, bandiere con il teschio (stemma degli squadristi) e altre con il fascio littorio.

Tra i cimeli ritrovati anche diverse bandiere appartenute invece ai movimenti operai, socialisti e anarchici, sottratte nel corso delle violente incursioni compiute dalle squadracce di Camicie Nere contro le sedi di partito e le Camere del Lavoro, tra il 1921 e il 1922. In quel biennio aggressioni, pestaggi e omicidi ai danni di contadini e operai da parte dei fascisti erano all’ordine del giorno.

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Le indagini dei Carabinieri del Reparto per la Tutela del Patrimonio Culturale sono tuttora in corso. Ora gli investigatori puntano a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, a partire dalle modalità di sparizione del materiale dai locali dell’Archivio Centrale dello Stato.

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