Giunta Raggi, polemiche sul Piano Sociale per il welfare. Il Pd: “Sorprendente in negativo”

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Il Campidoglio presenta il Piano Regolatore Sociale, il sistema urbano di welfare messo a punto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. Ma è subito polemica: il gruppo capitolino del Partito Democratico insorge e fa notare come non ci sia neanche una misura a sostegno dei bisogni sociali nati dalla crisi scatenata dall’emergenza Covid-19. “Un progetto che nasce già vecchio”, sottolinea Giovanni Zannola, consigliere dem al Campidoglio e membro della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale.

Piano Sociale del Comune di Roma, il Pd: “Neanche una misura a sostengo delle famiglie colpite dalla crisi Covid-19”

Il Piano Regolatore Sociale presentato dalla Giunta Raggi è il sistema di tutela e assistenza sociale per i cittadini. Un programma che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale dovrebbe garantire la realizzazione dell’assistenza sociale attraverso servizi e interventi sociali. Ma il Pd fa notare l’assenza di misure in supporto delle famiglie colpite dalla crisi Covid: in corso la conferenza organizzata dal gruppo Pd capitolino con i sindacati, il Forum del terzo settore, le associazioni e gli amministratori municipali, intitolata “Il Piano Sociale cittadino”.

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Il Piano Sociale della sindaca è un progetto che mostra “la pochezza con cui si affronta una scelta fondamentale a cui sono legati il destino, la cura e il benessere di chi abita a Roma”, commenta il consigliere comunale del Partito Democratico, Giovanni Zannola.

Al tempo stesso, fa notare Zannola, “è lo strumento con cui leggere le politiche cittadine di sviluppo dal punto di vista del bisogno, della domanda sociale, dei diritti sociali e di standard urbani fondati su processi di sostenibilità sociale, ambientale e territoriale (assetto del territorio, mobilità, qualità della vita)”.

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La delibera proposta dall’amministrazione Raggi “è davvero sorprendente, in negativo ovviamente”, sottolinea Zannola, “per molte ragioni. Basta dire che non è stato modificato alla luce dei nuovi bisogni sociali nati post emergenza covid-19, ad esempio. E basta dire che vi è l’impegno, in alcune parti, di raggiungere obiettivi entro il 2019, quando lo stiamo votando a giugno 2020, per comprendere con quale pochezza si affronta una scelta fondamentale per il futuro di Roma a cui sono legati il destino, la cura e il benessere di chi la abita, a partire dalle persone più fragili”. “Roma e chi la abita hanno bisogno di altro”, conclude Zannola.

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