Mobilità sostenibile: Roma riparte dalla bicicletta

La ripresa dal Covid-19 ha reso alcuni settori dell’economia molto più dinamici, tra i primi troviamo sicuramente la mobilità sostenibile.

Il ministro Costa ha infatti annunciato che sono stati stanziati 300 milioni di euro per realizzare piste ciclabili nei Comuni e per le ciclovie.

La misura sicuramente lega con l’erogazione di un sussidio nazionale per l’acquisto di biciclette. Quest’ultimo, noto come “buono mobilità” è un contributo pari al 60 per cento della spesa sostenuta (massimo 500 euro) per l’acquisto di bici, biciclette a pedalata assistita, veicoli elettrici come i monopattini o anche per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa , come ad esempio bike e scooter sharing.

Mobilità sostenibile: in tutta l’area Romana sarà possibile trasportare le bici anche su metro e tram, realizzando una fitta rete di scambi sostenibili, dal 25 maggio infatti il trasporto delle biciclette è ammesso tutti i giorni senza limiti di fascia oraria su queste linee:

  • sulle linee metro A, B/B1, C
  • sulla ferrovia Roma-Lido
  • sulle linee bus, ad eccezione dei collegamenti serviti con veicoli di piccole dimensioni
  • sulle linee tram 2, 3 e 8

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Nella Capitale inoltre si stanno rapidamente realizzando 150 km di nuovi itinerari ciclabili temporanei (leggi qui la notizia) ma anche tantissimi nuovi progetti per rilanciare la mobilità condivisa e per favorire il car-pooling (che è una forma di sharing di passaggi tra dipendenti), il tutto a condizione che siano rispettate le norme di sicurezza.

L’obiettivo di Roma, così come delle altre città Italiane è di effettuare sfalsamenti e scaglionamenti degli orari di avvio delle attività lavorative, in maniera tale da garantire durante il giorno un utilizzo dei sistemi di trasporto in maniera più uniforme e costante per più ore della giornata. In questo modo non solo è possibile gestire i flussi per evitare assembramenti nelle ore di punta, ma si garantisce anche una minore pericolosità del traffico urbano, essendo meno congestionato e più integrato anche con altri mezzi quali le biciclette.

Lo Smart Working diventerà poi, molto probabilmente, un modello di lavoro adottabile anche alla fine dell’emergenza, dati i notevoli benefici riscontrati sia circa lo stress psico-fisico dei dipendenti sia riguardo ai minori impatti ambientali, dovuti al calo degli spostamenti in macchina casa-lavoro.

Dunque in questo contesto di nuovi assestamenti la mobilità sostenibile diventa un grande sostegno, in quanto consente spostamenti individuali in sicurezza ed è in linea con l’idea di città smart e sempre più car-free che sarà necessaria nel futuro più prossimo.

 

Alessia Pasotto,

laureanda in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo presso Roma 3.

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