Roma, cresce il focolaio del San Raffaele Pisana. Cinque le vittime, vertici regionali in allarme: “Positivi destinati ad aumentare”

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La Capitale è sempre più in allarme per l’esplosione del focolaio partito dalla struttura del San Raffaele Pisana: cinque le vittime accertate finora. I contagi continuano a salire di ora in ora: il conto è arrivato oggi a un totale di 99 casi confermati. Si tratta di operatori sanitari, fisioterapisti, infermieri, pazienti della clinica che hanno contratto il Covid-19, e a loro volta lo hanno trasmesso ai loro parenti e contatti stretti. Coinvolti anche due infermieri del Policlinico Umberto I.

Allarme dei vertici della Regione: “Focolaio impegnativo, positivi destinati ad aumentare”

Poco fa la tragica notizia di due nuovi decessi dovuti al focolaio del San Raffaele Pisana, a Roma. Morta un’anziana di 89 anni, proveniente dalla clinica di via della Pisana e deceduta al Policlinico Gemelli, e con lei una donna di 82 anni, un’altra paziente della struttura, spirata oggi all’ospedale militare del Celio. Sale così a cinque il bilancio delle vittime.

“Questo focolaio si dimostra impegnativo”, dichiara l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. Al momento “il totale è di 99 casi positivi, ma sono destinati ad aumentare“, spiega.

“Nella giornata di oggi il virus ha contagiato altre 22 persone, che si aggiungono ai 77 positivi di ieri: il totale è salito ora a quota 99 contagiati”, rende noto l’Unità di Crisi Covid-19 della Regione Lazio.

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“Il sistema dei doppi test”, ripetuti a distanza di 5 giorni l’uno dall’altro, “sta funzionando”, spiega l’assessore D’Amato. “Grazie alla tempestività degli interventi messi in atto sono stati individuati i nuovi casi che erano risultati negativi ai tamponi precedenti”.

I pazienti positivi sono tutti in trasferimento verso l’Istituto Spallanzani. “E’ stato dato mandato alla struttura San Raffaele di comunicare tempestivamente le informazioni ai famigliari. I due dipendenti positivi sono un infermiere e un fisioterapista in sorveglianza a domicilio”, spiega l’assessore alla Sanità.

L’Unità di Crisi regionale ha deciso di estendere l’indagine epidemiologica a partire dai pazienti dimessi dal 1° maggio, insieme a tutti i loro parenti e contatti stretti: la Asl Roma 3 li sta richiamando alle postazioni drive-in per effettuare i tamponi e i test sierologici.

D’Amato: “Stiamo lavorando per rintracciare colui che ha causato questo andamento dell’epidemia”

Capire l’origine del contagio al San Raffaele Pisana di Roma, il cosiddetto Paziente Uno che ha introdotto il virus in corsia, “è fondamentale per capire come si circoscrive il focolaio”, spiega l’assessore alla Sanità. “Noi lo facciamo per capire l’andamento virale, e risalire a ritroso a colui o colei che ha causato questo andamento dell’epidemia”. Al San Raffaele “ci saranno i risultati finali”, dichiara D’Amato, intervenendo a Rainews.

Per il focolaio di Roma “abbiamo una piccola zona rossa, e l’abbiamo istituita in 6 ore“, sottolinea poi D’Amato. “Attraverso un contatto immediato con il Prefetto, dopo 6 ore c’era l’esercito a presidiare il San Raffaele”, spiega. “La tempestività è un elemento essenziale se vogliamo contrastare e limitare i danni. Il modello che ci ha condotto è stato: testare, tracciare e trattare”, conclude l’assessore.

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