Scuola, ecco le nuove regole social tra studenti e professori nel Lazio

Le nuove regole puntano a limitare l'uso delle chat di classe se non per questioni urgentissime

Da oggi, 20 aprile, cambiano radicalmente i rapporti “social” tra studenti e professori nel Lazio. Fissate infatti nuove regole per quanto concerne il rapporto online tra studenti e docenti.

Le nuove regole puntano a limitare l’uso delle chat di classe se non per questioni urgentissime

Non saranno più ammessi i gruppi whatsapp di classe, le amicizie su facebook od instagram ed i commenti scurrili su Tik Tok e ogni altra piattaforma.

Al di fuori della scuola i docenti potranno comunicare con scolari e professori solo per questioni molto importanti ed urgenti.

Questo anche in concomitanza con l’ultimo pessimo episodio di maestre che deridevano un bambino autistico in una chat tra docenti (leggi qui)

Viene effettuata dunque una rivisitazione delle norme per i rapporti cibernetici, con l’ultima modifica che risale a dieci anni fa, 2012.

Obiettivo principe dei dirigenti è quello di creare regole che da Roma servano a tutte le scuole d’Italia per evitare situazioni scottanti e imbarazzanti. Una stretta necessaria visto la forte influenza che hanno i social al giorno d’oggi, con aggiornamenti che latitavano nelle comunicazioni informatizzate tra scuola e famiglie.

Al riguardo, il numero 1 dei presidi di Roma, Mario Rusconi, afferma che il punto chiave è “Il divieto delle chat con genitori e studenti eccezion fatta per le questioni più che urgenti come può essere il caso di unja gita scolastica che improvvisamente viene annullata”.

Inoltre Rusconi vorrebbe “Eliminare le chat WhatsApp dove i genitori chiedono spiegazioni sulle valutazioni date ai figli”.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi spiega al riguardo che tutto ha un grande valore etico: “Utilizzare in modo irrazionale le chat può essere molto nocivo“.

La diffamazione che avviene sotto i post sui social che ledono l’immagine degli istituiti scolastici sarà punita. “Chi mette like a questo tipo di contenuto è ritenuto colpevole dalla legge. Questo tipo di decisione si fonda su un valore etico e di prevenzione”.

Va detto che però gli studenti in molti casi sono critici verso queste restrizioni, in quanto, sostengono “Bisogna educare all’uso della tecnologia, non reprimerla brutalmente”.

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