Roma, chiude il Fiesta, troppe liti: “Puniti per fatti avvenuti fuori dal locale”

Il Fiesta costretto alla chiusura per dieci giorni dopo liti avvenute all’esterno: gestori e categoria ormai in allarme

Una serata a Fiesta

Il Fiesta, storico locale di via delle Tre Fontane all’Eur, è stato chiuso per dieci giorni su disposizione del Questore, in applicazione dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Il provvedimento è scattato nel pomeriggio del 14 giugno, a poche ore dall’attesa serata del venerdì.

Il Fiesta costretto alla chiusura per dieci giorni dopo liti avvenute all’esterno: gestori e categoria ormai in allarme

La chiusura ha bloccato l’intera programmazione del weekend, incluso il concerto della band cubana Havana de Primera e la consueta serata reggaeton. Tre le serate con relativo concerto annullate.

Abbiamo subito conseguenze per fatti che non dipendono da noi”, spiega Mansur Naziri, uno dei due gestori del locale. “Ci contestano cinque episodi, tutti avvenuti all’esterno. In due casi si trattava di discussioni iniziate all’interno, ma proseguite a centinaia di metri dalla discoteca. È assurdo che, in base a una legge del 1931, veniamo ritenuti responsabili di ciò che accade per strada”.

Secondo i titolari, il danno economico per la chiusura supera i 200mila euroStiamo restituendo i soldi per i biglietti acquistati, abbiamo già pagato i tre concerti in calendario con le relative spese per gli artisti e, ulteriore beffa, quasi duecento lavoratori resteranno senza paga“, aggiunge Naziri.

Il Fiesta rivendica il rispetto di tutte le norme di sicurezza: 70 addetti alla vigilanza, ingressi consentiti solo con documenti originali, videosorveglianza, metal detector e segnalazioni puntuali alle forze dell’ordine. “Chiudiamo anche mezz’ora prima dell’orario consentito e accompagniamo i clienti all’uscita”, precisa Naziri.

L’intervento di Asso Intrattenimento

Il problema è sociale. Senza educazione civica, le risse avverranno comunque, anche senza locali aperti”, commenta Giancarlo Bornigia, vicepresidente di Asso Intrattenimento.

Chiudere i locali è un palliativo. Servono soluzioni strutturali, altrimenti a pagare saranno sempre lavoratori e giovani”, aggiunge Bornigia.  In un recente incontro col Questore di Roma, i gestori hanno chiesto l’applicazione del decreto ministeriale del 21 gennaio 2025, che premia i locali in regola. “Chi sbaglia deve pagare, chi compie queste azioni di disturbo o di violenza, non chi lavora correttamente”.

Di recenti provvedimenti analoghi di chiusura erano stati presi per il Room26 e il Piper. A fine maggio, invece, si è scatenato un episodio di movida fuori controllo in piazza, ai Parioli costringendo l’intervento di una decina di pattuglie di forze dell’ordine.