L’Oasi Naturista di Capocotta perde i servizi: si smonta il chiosco

Si smonta il chiosco per evitare l’intervento delle ruspe: Oasi Naturista senza salvamento e pulizia dell'arenile . Dal Campidoglio l’impegno a lanciare un bando pubblico per ricostruzione e gestione dei servizi

Dopo 25 anni di attività ininterrotta, si smantella il chiosco dei servizi presso l’Oasi Naturista di Capocotta. I gestori, che inizialmente avevano tentato di opporsi all’ingiunzione di demolizione lanciata dal Comune di Roma, hanno rinunciato all’annunciato sciopero della fame e, per responsabilità, hanno scelto la linea dell’auto-rimozione per evitare danni alle dune di macchia mediterranea che l’intervento delle ruspe avrebbe potuto causare.

Si smonta il chiosco per evitare l’intervento delle ruspe: Oasi Naturista senza salvamento e pulizia dell’arenile . Dal Campidoglio l’impegno a lanciare un bando pubblico per ricostruzione e gestione dei servizi

Ha vinto la linea della fermezza del Campidoglio. Come per ciò che accade per lo stabilimento balneare Aneme e Core di Ostia, gli uffici comunali non hanno trovato la licenza edilizia che nel 1999 autorizzava la costruzione del chiosco al servizio della spiaggia naturista. In poche parole, stando a quanto sostenuto dall’amministrazione capitolina, la delibera 104 del Consiglio comunale del 22 luglio 1999 che legalizzava e istituzionalizzava 250 metri di arenile, all’altezza del km 9,000 della via Litoranea, per la pratica del nudismo, non sarebbe stata accompagnata dalla licenza edilizia che autorizzava la costruzione del relativo chiosco.

Per 25 anni, dunque, i gestori, che avevano realizzato la struttura a proprie spese (135 milioni di lire di costo) come ammesso dagli atti successivi firmati proprio dagli uffici comunali, bar, ristorante e servizi igienici dell’Oasi Naturista, sarebbero stati illegali. Eppure le casse comunali riscuotevano regolarmente il canone concessorio demaniale marittimo per l’occupazione di quegli spazi.

I tempi per lo smontaggio

Stante la fermezza del Campidoglio, che avrebbe acceso le ruspe per demolire prima di Pasqua la struttura, i gestori hanno preferito provvedere in proprio e manualmente per evitare di danneggiare la macchia mediterranea così amorevolmente protetta e valorizzata per un quarto di secolo.

Lo svuotamento del bar e del ristorante delle attrezzature tecniche è pressochè ultimato. Già sabato scorso non si accettavano prenotazioni. Ora si procederà allo smantellamento dei rivestimenti maiolicati (adottati per ragioni igienico-sanitarie legate alla ristorazione) e poi si passerà allo smontaggio degli esterni, tutti in legno di facile rimozione.

L'Oasi Naturista di Capocotta perde i servizi: si smonta il chiosco 1
Avviate le operazioni di rimozione del chiosco dell’Oasi Naturista di Capocotta

Gli operatori calcolano che, meteo permettendo, le varie fasi saranno completate in un paio di settimane.

Da subito, in ogni caso, su quella spiaggia vengono meno la pulizia dell’arenile e il servizio di salvamento che i gestori garantivano ai frequentatori e che il Campidoglio, al momento, non ha programmato di ripristinare.

La pressione dei naturisti

L’amministrazione locale ha fatto sapere che quanto prima sarà pubblicato un bando pubblico per la ricostruzione e la gestione poliennale di un nuovo chiosco e dell’annesso arenile, così com’è stato per gli altri lotti di Capocotta. E’ un fatto che i tempi burocratici rischiano di far saltare la stagione estiva 2025. Per questo le associazioni di naturisti stanno inondando le caselle email dell’assessorato all’Ambiente di Roma Capitale di solleciti e di richieste di velocizzare le operazioni di gara.

Va ricordato che il nudismo non è consentito al di fuori dei 250 metri di spiaggia dedicata alla pratica, pena la denuncia di atti osceni in luogo pubblico.