Caos Pronto Soccorso, più di mille pazienti in barella

Nei pronto soccorso picchi di pazienti in attesa di ricoveri o trasferimenti: la denuncia di Cuttadinanzaattiva

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Foto di archivio

Dopo la chiusura per rogo del pronto soccorso di Tivoli e del relativo ospedale, in affanno gli altri servizi ospedalieri di emergenza. Alle 3 del pomeriggio di ieri, 11 dicembre, erano 1.069 i pazienti nei pronto soccorso del Lazio in attesa di un posto letto o di un trasferimento.

Nei pronto soccorso picchi di pazienti in attesa di ricoveri o trasferimenti: la denuncia di Cuttadinanzaattiva

I numeri, che erano sensibilmente calati nei mesi scorsi con un andamento medio di 450 pazienti al giorno tornano a sfondare quota 1.000.

A denunciarlo Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio. “Essere tornati a numeri così importanti deve imporre a tutti azioni decise sulla gestione della presa in carico nel territorio prima di tutto, e nella corretta, adeguata e condivisa gestione del “boarding” all’interno delle strutture ospedaliere”, ha affermato.

Secondo Rosati non si può a continuare “a scaricare sul pronto soccorso, sui medici e sugli operatori sanitari dei pronto soccorso le inefficienze, le incapacità e le inappropriatezze di un sistema vecchio, statico e incapace di riforme sostanziali”.

Siamo arrivati al punto che ormai viene consigliato apertamente di andare nei pronto soccorso per fare analisi, visite che altrimenti avrebbero liste di attesa indicibili. Riteniamo urgente che il presidente Rocca convochi un tavolo di lavoro regionale per la gestione delle liste di attesa e dei Pronto Soccorso. Non è più il tempo dell’attesa. Serve agire rapidamente“, ha concluso il responsabile di Cittadinanzattiva Lazio.

Verifiche sui sistemi anti incendio

Intanto la Regione Lazio corre ai ripari per evitare un altro caso Tivoli e annuncia di voler monitorare entro dicembre lo stato dei sistemi antincendio dei 32 ospedali del Lazio.

Entro la fine dell’anno i nosocomi dovranno non solo verificare e comunicare la condizione degli impianti e l’efficacia delle procedure in caso di incendio, ma anche organizzare prove di evacuazione.

A Tivoli in base a quanto denunciano i sindacati, nell’ultimo periodo nell’ospedale San Giovanni Evangelista le squadre di servizio di guardia anti-incendio non erano presenti nella struttura. Il servizio era stato appaltato a diverse società. Negli anni scorsi, inoltre, tutto il personale dell’ospedale ha seguito i corsi anti-incendio, senza procedere a prove di evacuazione.