Infernetto, cade un altro pino: tragedia sfiorata, monta la polemica contro gli ambientalisti

Giù un pino che sfiora un bus Atac e c’è chi si chiede se i ricorsi contro il taglio degli alberi non equivalgano a una pericolosa roulette russa

Immagine tratta dal web

L’ennesima precipitazione meteo che ha scaricato acqua a catinelle nell’entroterra del X Municipio. Poi, il pino ad alto fusto che campeggiava ai bordi di via Ermanno Wolf Ferrari all’Infernetto è venuto giù sfiorando un autobus della linea Atac 70 e rischiando di fare una strage se il tronco si fosse schiantato sul mezzo pubblico in transito. La strada  è stata chiusa in entrambe le direzioni tra via Porrino e via Lotti per consentire l’intervento del Servizio giardini e la rimozione dell’albero caduto.

Giù un pino che sfiora un bus Atac e c’è chi si chiede se i ricorsi contro il taglio degli alberi non equivalgano a una pericolosa roulette russa

E’ accaduto questa sera, venerdì 10 novembre intorno alle ore 17.10, nel quartiere residenziale a due passi da quello di Casal Palocco dove, proprio questa mattina, si era schiantato al suolo un altro albero dal grande ombrello. Quest’ultimo dotato di una florida chioma di aghi verdi e apparentemente in buone condizioni rispetto a quello che ha ceduto nel pomeriggio e che, alcuni testimoni, sostengono fosse ormai secco e completamente divorato al suo interno dalla devastante azione prodotta dalla cocciniglia tartaruga, un potente agente parassitario ghiotto di fibre di cellulosa.

Di fronte all’ennesimo pericolo scampato c’è chi si domanda se i continui ricorsi amministrativi presentati dagli ambientalisti contro gli abbattimenti decisi dalla pubblica amministrazione finiscano per essere un potente alleato degli agenti meteorologici avversi che contribuiscono alla caduta di queste piante giganti. Alberi le cui radici si diffondono in senso orizzontale e che lasciano poco tempo a disposizione per decidere del loro futuro con il fusto in procinto di abbattersi a terra per travolgere tutto ciò che incontra nella sua traiettoria di caduta.

Si tratta dunque di ambientalismo esasperato e di maniera da parte di chi si schiera a spada tratta contro qualsiasi abbattimento speditivo a colpi di ricorsi allungando così i tempi e mettendo in pericolo la pubblica incolumità, oppure di prese di posizione ponderate e giustificate di fronte dell’incuria in cui per anni gli enti locali hanno lasciato che, anche i floridi appezzamenti boschivi presenti sul litorale di Roma, andassero alla malora?

L’interrogativo riguarda anche ciò che sta accadendo a Casal Palocco dove, nei pressi di via Erodoto è precipitato il pino che, solo per miracolo, non ha provocato danni alle cose e alle persone (leggi qui). Il Consorzio locale è pronto da tempo a procedere all’abbattimento di 64 dei circa 1600 alberi dal grande ombrello che furono piantati sessant’anni fa contestualmente alla nascita di un centro abitato ispirato al modello americano della “middle class”, ma è stato fermato da un ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste a firma dell’avvocato Antonio Pileggi, titolare della cattedra di Diritto del Lavoro all’università di Roma Tor Vergata (leggi qui).

La paura di altri crolli intanto inizia a diffondersi anche sul web

Di fronte a quanto accaduto oggi c’è chi, sui social, inizia a domandarsi se ritardi e cavilli prodotti a getto continuo ogni volta che sia in ballo la decisione di abbattere un pino sia un viatico al verificarsi di tragedie sino a ora fortunatamente evitate grazie al benevolo concorso della dea bendata. “Dove sono finiti tutti quelli che dicono che i pini a bordo delle strade sono bellissimi e non vanno tagliati e che siamo noi a meritare l’estinzione e non loro?” scrive un utente Fb, mentre un altro si domanda “quando la magistratura si deciderà, finalmente, a intervenire per mettere la parola fine su situazioni di pericolo che minacciano la vita di pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti anche se, conoscendo come si fanno funzionare le cose, alla fine chiuderanno la strada e buonanotte”.  C’è poi chi si interroga sul perché, “in altri Paesi i pini vengono manutenuti come si deve al pari di palazzi, strade e mezzi pubblici che non vanno a fuoco come quelli della nostra disgraziata città?”.

Un fatto è certo chi utilizza quotidianamente strade come la via Cristoforo Colombo o via Wolf Ferrari o transita su altre decine di strade del Lido di Ostia costeggiate da alberi che in alcuni casi presentano inclinazioni preoccupanti non lo fanno più con la stessa disinvoltura di qualche tempo fa ma, quando sono alla guida, fanno attenzione a occupare, se possibile, il centro della carreggiata tenendosi ben lontani da una presenza che viene ormai guardata con sospetto se non con fobica paura.

Se vuoi approfondire questi argomenti clicca sulle parole chiave colorate in arancione all’interno di questo pezzo e accedi agli articoli dedicati.