Roma, investì e uccise un 13enne: il pirata della strada ai domiciliari

Il 13enne camminava vicino al padre: l'automobilista senza patente lo ha centrato in pieno per poi fuggire via

Un mese fa l’investimento mortale di un 13enne. Ieri gli arresti domiciliari per l’automobilista che, senza patente, dopo aver ucciso il ragazzino era fuggito subito via.

Il 13enne camminava vicino al padre: l’automobilista senza patente lo ha centrato in pieno per poi fuggire via

Gli agenti del IV Gruppo Tiburtino della Polizia Locale Roma Capitale hanno, infatti, notificato la misura cautelare agli arresti domiciliari  -emessa dai magistrati di piazzale – per il 20enne romeno che la notte del 17 settembre ha investito e ucciso all’istante un 13enne sulla via Casilina, a borgata Finocchio, per poi fuggire subito via. Le accuse per lui sono: omicidio stradale aggravato e omissione di soccorso.

L’auto abbandonata

Gli agenti avevano subito avviato le indagini rintracciando l’auto abbandonata sul ciglio della strada, tra i comuni di Colonna e Zagarolo. Solo l’indomani l’automobilista, spinto dal senso di colpa e per non incorrere in guai ancora più gravi, si era costituito ai carabinieri di Frascati.

L’incidente era avvenuto all’1.05 di sabato notte: l’uomo, un romeno di 20 anni, da 10 in Italia, alla guida di una Golf 300 Gt presa a noleggio aveva travolto il piccolo Mohamed, un bambino egiziano di 13 anni, sotto gli occhi del papà.

I caschi bianchi qualche ora dopo avevano trovato l’auto abbandonata a San Cesareo. Dalle indagini era emerso che l’automobilista era alla guida senza patente. Era quindi stato denunciato a piede libero per fuga, omissione di soccorso e omicidio stradale. Il provvedimento del giudice è arrivato ieri.

Quella notte il bambino stava rientrando a casa era dopo aver partecipato all’inaugurazione della pizzeria del padre.

Mohammed era uscito dal locale e il padre era dietro di lui quando l’auto sarebbe piombata alle sue spalle. I tentativi di soccorso si sono rivelati subito inutili. Un giorno di festa per la famiglia si è trasformata così in un incubo senza ritorno. Il piccolo stava aspettando con gioia il trasferimento della mamma e dei fratellini a Roma dall’Egitto.