Odontotecnico nei guai, spacciava a Rebibbia

L'odontotecnico avrebbe spacciato cocaina ai detenuti durante il servizio in carcere: a rischio processo

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Immagine di repertorio.

Odontotecnico in servizio al carcere di Rebibbia a rischio processo per spaccio di droga nel carcere. Durante un controllo, sembra dietro una soffiata, un anno fa erano stati trovati 22 grammi di cocaina.

L’odontotecnico avrebbe spacciato cocaina ai detenuti durante il servizio in carcere: a rischio processo

Ora per l’odontotecnico all’epoca dipendente della Asl assegnato nell’ambulatorio del carcere di via Tiburtina, la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio.

Per l’accusa arrotondava lo stipendio spacciando cocaina all’interno dell’istituto penitenziario col passaparola tra detenuti. Il pubblico ministero Francesco Basentini ora è deciso a spedirlo a processo.

L’accusa

In qualità di “odontotecnico convenzionato per l’assistenza ai detenuti reclusi nella casa circondariale di Rebibbia, deteneva un quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina, destinato ad essere trasportato all’interno dell’istituto penitenziario e ad essere ceduto ai detenuti”, specifica il magistrato nel capo di imputazione.

La perquisizione era scattata qualche giorno prima dello scorso Natale. Dopo avere trovato la cocaina in macchina, gli agenti della Polizia penitenziaria avevano ispezionato anche la casa del sospettato e lì avevano trovato dei foglietti con nomi e cifre, pare ricollegabili ai detenuti-clienti.

L’odontotecnico quindi è stato subito allontanato dal carcere e indagato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio con l’aggravante di aver conservato droghe all’interno del carcere, nel caso specifico il parcheggio dell’istituto penitenziario.

Il poliziotto e il trans

Per aver fatto sesso con un detenuto trans dello stesso carcere in cambio di sigarette, cioccolatini e ricariche telefoniche, a maggio invece è finito a processo un poliziotto della penitenziaria. Per lui l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità.

ll fatto contestato risale al 7 agosto dello scorso anno. Secondo l’imputazione il poliziotto avrebbe “indotto un detenuto transgender ad avere con lui dei rapporti sessuali abusando della sua qualità e delle sue funzioni, dietro la promessa di alcuni beni di consumo: sigarette, cioccolata, soldi per le ricariche”.L’agente, intanto, è stato allontanato o meglio sospeso in via cautelativa dal servizio, in attesa della sentenza.