Roma, via del Corso si accende dei sapori di Corte Laica Ginger (VIDEO)

Per il marchio specializzato nella ristorazione Corte Laica è il terzo locale che apre nel cuore del centro storico

A metà del 1700 dimora aristocratica della nobile famiglia Raggi proveniente da Genova e oggi sede del terzo ristorante aperto nel cuore del centro storico dalla famiglia Asara, proprietaria del marchio Ginger. Nell’ampio chiostro del Palazzo monumentale di circa 600 metri quadri, situato in via del Corso 173 ha aperto i battenti Corte Laica, spin off del brand enogastronomico presente nella Capitale dal 2012 con altri due locali in piazza sant’Eustachio, vicino al Pantheon e in via Borgognona a due passi da piazza di Spagna.

Per il marchio specializzato nella ristorazione Corte Laica, Ginger è il terzo locale che apre nel cuore del centro storico

Corte Laica ha mantenuto il nome dell’antico chiostro che, per ragioni in parte misteriose ma probabilmente volute dagli stessi Raggi, come risulta da alcuni antichi documenti, per distinguersi dai numerosi conventi vicini alla loro residenza e oggi, tra colonne e soffitti restaurati e lucernai d’antan, ospita un locale d’avanguardia. Locale che ha aperto nello scorso mese di luglio e ma che ha deciso di presentare il nuovo menù autunnale con una grande festa inaugurale nel ritrovato splendore di un edificio costruito nel XVIII secolo in puro stile barocco e poi diventato sede del banco Torlonia, di botteghe orafe sino agli anni Venti del ‘900 e, infine, passare agli archivi e agli uffici della Camera dei deputati che lo hanno lasciato nel 2001. A Ginger il merito di averlo restituito nel suo originario splendore a tutti i romani dopo vent’anni.

Corte Laica offre a 360 gradi menu biologici con materie prime all’80 per cento destinate a soddisfare i palati più esigenti amanti di crudités e piatti amabilmente creati a base di vegetali ma anche un servizio ad hoc che sforna pizze vegane ma non solo, condite con gli ingredienti più impensabili.

Al servizio cucina e al cocktail bar Corte Laica affianca una pizzeria adatta anche ai vegani

Offriamo una cucina a tutto tondo, pizzeria, cocktail bar, cucina il tutto cercando di realizzarli in un’ottica salutare  ma non troppo” dice Dario Asara a nome della famiglia che ha creato la magia di Ginger e dove la  chef Sharon Landersz ha molte frecce al suo arco gastronomico per un menù che “consiste in una linea a base di antipasti, di fritti e secondo di carne biologica dal pollo alla tagliata, all’hamburger e poi un trionfo di verdure e contorni cui si aggiunge -s ottolinea Sharon – un piccolo reparto di pasticceria”.

Ma oltre ai raffinati piatti sfornati nella cucina di Corte Laica c’è anche il reparto pizzeria che si avvale di un forno Moretti il Neapolis che consente al pizzaiolo Ciro De Vincenzo di preparare impasti realizzati rigorosamente con ingredienti e gusti davvero originali.

Oltre alla cucina – puntualizza Ciro – ci siamo anche noi con prodotti biologici: dalla farina all’olio verde. Tra le pizze più originali c’è quella di mare guarnita con ragù di polpo e pomodoro datterino che è molto buona e, naturalmente, le pizze vegane. Ne facciamo una alla vellutata di zucca e cardoncelli che sono dei funghi molto ricercati e apprezzati, agli spianaci, al peperone crusco”.

Insomma per la serie chi più ha più ne metta La Corte Laica si inserisce nel solco di una nuova filosofia di valorizzazione del centro storico che unisce gli investimenti immobiliari per il restauro delle dimore e dei palazzi monumentali di Roma, riconvertendoli con sapienza e rispetto verso iniziative di natura commerciale. Come, tra l’altro, dimostra il recente restauro della Galleria Alberto Sordi da parte del fondo Prelios che permetterà al brand di abbigliamento nipponico Uniqlo di aprire al suo interno un negozio di tre piani e 1300 quadri di spazi espositivi (leggi qui).

E anche nel caso di Corte Laica, inaugurato da Ginger, si ritrova la matrice di un nuovo modo di ripensare “una città come Roma – rimarca il giornalista Augusto Minzolini, presente alla festa inaugurale – che ti dà l’idea di quello che può esserci e dei tesori nascosti che un imprenditore può scoprire nel giro di un istante per farli diventare non solo una possibilità di conoscere la città, ma anche di trasformarla in un business turistico che non è poco”.

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