Polemiche sul “carrello tricolore” in tutta la Penisola, perchè applicato al momento a “macchia di leopardo e “male” a detta degli utenti. Si tratta di un intervento governativo messo in atto da pochi giorni per tamponare il previsto aumento delle tasse e dei rincari, soprattutto per aiutare la popolazione italiana in una delle necessità di base ovvero fare la spesa in migliaia di supermercati e farmacie aderenti a quello che tecnicamente viene chiamato “carrello tricolore”.
Prodotti alimentari e non solo a prezzi “calmierati” in tutta Italia per aiutare con il “carrello tricolore” le famiglie del Belpaese. Ma non tutti aderiscono e arrivano le prime proteste
In particolare il Governo intende limitare il previsto arrivo dell’inflazione nell’imminente prossimo trimestre e aiutare le famiglie del Belpaese con una serie di offerte su cibarie e in una grande selezione di supermercati aderenti per i prodotti di maggiore uso.
Tra i vari prodotti di largo consumo che contenuti nel paniere del carrello tricolore ci sono biscotti, pasta, carne, passata di pomodoro, zucchero, latte, uova, riso, sale, farina, cereali, cibo per animali, pannolini, saponi e detergenti per la persona e per la casa.
Ci sono supermercati e locali commerciali che hanno rifiutato di aderire dato che sostengono che a rotazione ci sono nel tempo sempre sconti molto simili a questo sugli stessi prodotti, ma ad accordo entrato a pieno regime saranno circa 23mila tra market, parafarmacie e farmacie, gli esercizi che aderiranno, da questo Primo di ottobre a fine dicembre prossimo.
Per ora le città dove si registra il maggior tasso di adesione all’iniziativa in questione sono Roma, Napoli e Torino.
Il “carrello tricolore è partito su scala nazionale dal Primo ottobre scorso e durerà fino al prossimo 31 dicembre 2023, con l’obiettivo, come spiegato nei giorni scorsi dal Premier Giorgia Meloni e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, insieme a quello per le Imprese e del Made in Italy Adolfo D’Urso, di aiutare le famiglie italiane nei prossimi 3 mesi.
Le aziende e i numerosissimi punti vendita dei market aderenti forniranno a prezzi estremamente calmierati diversi loro prodotti e non potranno aumentarli fino alla fine di dicembre prossimo, e la maggior parte di quelli scontati hanno un “marchio interno” per renderli riconoscibili, ma il progetto del carrello tricolore, appena partito, ha scatenato già delle proteste, perchè alcune aziende aderenti e catene di market hanno puntato su un prezzo fisso che non scenderà più neanche se ci saranno le condizioni per farlo e tutto questo ha innervosito i clienti da nord a sud.
La comunicazione al riguardo da parte del Codacons ha sottolineato che, allo stato attuale, nel paniere dei prodotti calmierati, supermercati e ipermercati hanno scelto di inserire con una politica aziendale di mettere solo prodotto dei propri marchi interni e che le adesioni ad oggi non raggiungono minimamente le 23mila unità di esercizi commerciali previste dallo Stato italiano.
L’accordo è stato firmato dal Governo Meloni con Confcommercio, Confesercenti e 32 associazioni della filiera produttiva tra le quali Federalimentari, Federfarma, Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Confagrucoltura, comprese tantissime farmacie e parafarmacie.
Putroppo si nota subito che non saranno venduti a prezzi calmierati degli alimenti base, fondamentali, come frutta e verdura fresca, per i quali ancora manca, ad oggi, un accordo ad hoc tale da venderli a prezzi calmierati tra Governo e Associazioni di categoria.
Proprio oggi, mercoledì 11 ottobre, vi abbiamo evidenziato, in un nostro nuovo approfondimento, come per la “classe media” dei lavoratori della Regione Lazio, di qui a pochi mesi ci sarà un “taglio” in busta paga che in un anno registrerà un aumento delle tasse, l’Irpef in particolare, fino a togliere 400 euro l’anno ai contribuenti.
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