Stefano Cucchi, altri tre carabinieri a rischio processo per falso

I carabinieri avrebbero riferito sotto giuramento ricostruzioni non veritiere per alleggerire la posizione di superiori 

Stefano Cucchi

Un altro rivolo dei caso Cucchi rischia di finire in aula. La procura ha chiuso le indagini preliminari, atto che prelude in genere la richiesta di un processo, a carico di tre carabinieri per falsa testimonianza. Non avrebbero detto la verità sotto giuramento per tentare di coprire colleghi o superiori a loro volta accusati di falsa testimonianza e depistaggio nell’ambito delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi.

I carabinieri avrebbero riferito sotto giuramento ricostruzioni non veritiere per alleggerire la posizione di superiori

Gli indagati sono un ex maresciallo della stazione di Tor Sapienza, un ex capitano del nucleo Radio Mobile di Roma e un suo collega all’epoca dei fatti maresciallo.

L’udienza preliminare che dovrà valutare se portare a processo o meno i tre carabinieri è stata fissata per il 21 dicembre.

Nel procedimento risultano parti offese il ministero della Giustizia, la sorella di Cucchi, Ilaria, e il padre Giovanni oltre ad agenti della polizia penitenziaria e il carabiniere Riccardo Casamassima che con le sue dichiarazioni ha contribuito alla riapertura delle indagini.

Secondo l’impianto accusatorio gli indagati avrebbero “ostacolato e sviato” le indagini con dichiarazioni non veritiere tese ad alleggerire proprio la posizione dei colleghi.

La ricostruzione infedele

I tre indagati avrebbero cercato di “allontanare l’attenzione dai carabinieri così da evitare qualsiasi coinvolgimento del comandante del gruppo, considerato che già altri militari erano stati coinvolti nei gravi fatti in danno del presidente della regione Lazio, un uomo delle Istituzioni”, ha già scritto il tribunale di Roma.

Nonostante i depistaggi e i favoreggiamenti la verità però sarebbe venuta comunque a galla tanto che nell’aprile dell’anno scorso 8 carabinieri sono stati condannati (in primo grado).

Un giudice monocratico con una sentenza shock  ha ritenuto colpevoli i militari, tra appuntati e alti ufficiali, per i depistaggi che sarebbero seguiti all’arresto per droga di Stefano Cucchi.

Solo pochi giorni prima, invece, la conferma in Cassazione delle condanne per il pestaggio.