As Roma, Totti spegne 47 candeline: “Io appartengo a Roma: scudetto punto più alto per me”

Francesco Totti, indimenticato attaccante ed ex Capitano giallorosso campione del Mondo nel 2006 spegne 47 candeline

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Fonte profilo ufficiale Instagram Francesco Totti

Oggi, mercoledì 27 settembre, compie 47 anni, essendo nato nel 1976, l’incontrastato simbolo sportivo per gli appassionati di calcio giallorosso, l’indimenticato ex capitano e miglior giocatore della storia della As Roma Francesco Totti,  che viene celebrato da tutto il mondo sportivo nella giornata odierna, come il “numero 10” che ha segnato per sempre la storia della società ora guidata in panchina da Josè Mourinho.

Francesco Totti, indimenticato attaccante ed ex Capitano giallorosso campione del Mondo nel 2006 spegne 47 candeline

Fenomenale attaccante tuttofare dalla fantasia inarrestabile e dalla vena realizzativa straripante, campione del mondo con l’Italia nel 2006 a Berlino (e vicecampione d’Europa nel 2000 con mister Dino Zoff nel torneo in Belgio e Olanda, quello del noto cucchiaio al portierone olandese ex Juventus Van Der Sar) battendo ai calci di rigore la Francia di Zidane con Marcello Lippi in panchina (e un suo rigore fondamentale nei turni precedenti, segnato contro l’Australia).

Totti oggi spegne 47 candeline, dopo una vita in giallorosso, con 619 partite e 250 reti per la sua Roma, carrettate di assist e anche un titolo da capocannoniere della serie A, oltre ovviamente allo scudetto con mister Fabio Capello in panchina e campioni del calibro di Cafu, Zago, Candela, Batistuta e Montella al fianco.

Celebrato per la sua romanità e il suo romanismo a tinte giallorosse, lui che è romano di Porta Metronia, via Vetulonia, nei dintorni del più che giallorosso quartiere di San Giovanni, nato da papà Enzo e Mamma Fiorella, entrato alla fine della sua lunghissima carriera nella Roma, iniziata nel 1993 con mister Mazzone in panchina, in un vortice di polemiche, prima a seguito del suo addio nel 2017 dopo gli screzi con Luciano Spalletti, ora coach della nazionale italiana, e poi con la sua ormai ex moglie Ilary Blasi, sposata nella Capitale con tanto di matrimonio in diretta Tv satellitare su Sky.

Ma resta sempre il mitico “ottavo re di Roma”, celebrato in tutti i modi possibili e immaginabili dagli aficionados giallorossi e contestato in altrettante maniere dai fan della Lazio, che ha lottato anche per riprendersi la sua fiorente scuola calcio sorta sulle ceneri della vecchia Axa Calcio, la Totti Soccer School, in via Luigi Pernier, alla Longarina e gestita dal fratello-ombra Riccardo.

Più volte anche nei giorni scorsi entrato nei discorsi della Roma di oggi e nelle parole di mister Mourinho  per un eventuale e sempre sognato (dai tifosi) ritorno a Trigoria in qualsiasi ruolo dirigenziale, totti ha un figlio, Christian, che anche lui ha dovuto smettere ben presto i colori giallorossi e attualmente gioca nella Primavera del Frosinone, e due figlie meravigliose, Chanel e Isabel, tutti nati dal matrimonio con Ilary Blasi.

Ancora oggi, in tutto il mondo, anche dall’altra parte del globo, Totti, attuale leader di una fiorente scuderia di procuratori calcistici da lui fondata anni fa tra i suoi mille progetti post calcio, viene notato e venerato perfino in Cina.

Ma più di tutti, oggi, restano negli occhi  degli amanti del calcio e dello sport i suoi gol, mitico uno al volo alla Sampdoria, i suoi lanci “no look” senza guardare, la sua leadership e forza nel portare in alto i colori della Roma, da sempre e per sempre nel suo cuore.

In un post ripreso dalla  pagina “Serie A Rewind”, il “Pupone” o “Bimbo de Oro”, uno dei tanti iconici soprannomi di Totti, lo stesso Francesco si racconta in questo modo: “Io ho iniziato a giocare in tempi diversi, in un calcio diverso, fatto di passione e di affetto verso i tifosi… 25 anni nella stessa squadra non rappresentano un traguardo di poco conto: sono diventato il capitano, uno dei giocatori più importanti. Ho fatto il massimo che ho potuto e ho conquistato tutto quello che si poteva conquistare. Lo scudetto vinto nel 2001 lo reputo più importante del Mondiale vinto nel 2006. Mi danno del folle se dico che è il successo più grande della mia carriera. Ovviamente la Coppa del Mondo è il punto più alto per un calciatore ma lo scudetto è stato il momento più bello in assoluto. Era il mio sogno da bambino, la gente è scesa per strada ed era tutta fuori di testa. Perché a Roma tutto si sublima, e uno scudetto vinto qui ne vale 10 nelle altre città italiane. Per me è una gioia che non può essere eguagliata. Io appartengo a Roma. Sono nato a Roma, sono romano e romanista.”

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