Roma, filma un uomo mentre brucia: a rischio processo per omissione di soccorso

L'indagato aveva registrato il video per i social: "A zì hai pijato foco". Ora rischia di finire a processo

La Golf in fiamme

Rischia di finire a processo per omissione di soccorso l’improvvisato videomaker col telefonino che il 6 febbraio a Roma ha filmato un uomo mentre bruciava vivo nella sua auto, per poi spedire il video ai social, invece di tentare di salvarlo o chiamare i soccorsi. Un orrore, più che una bravata.

L’indagato aveva registrato il video per i social: “A zì hai pijato foco”. Ora rischia di finire a processo

Di fronte all’agonia di Francesco Sandrelli, scomparso a 53 anni dopo più di un mese di ricovero in ospedale per le ustioni l’automobilista col telefonino alla mano si lasciava andare anche a commenti del tipo: A zi hai pijato foco… Senti che callo, mamma mia”.

Per Adriano S. ora la procura di Roma ha chiuso le indagine, atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.

E’ stato lui stesso, d’altra parte, a tradirsi su facebook. Il video spedito a “Welcome to favelas” infatti era stato subito cancellato. E lui, non soddisfatto, a fine marzo, tornando su quella scena, ha lasciato il commento in coda a un articolo di un quotidiano in cui si dava atto dell’indagine della procura avviata per scovare il responsabile della clip.

Il post

Lui (ossia la vittima, ndr) non stava sdraiato in terra – ha scritto – Diciamo che era un situazione strana. Magari potevo fare qualche gesto strano e peggiorare le cose. E poi c’erano i carabinieri incolonnati in auto non lontano da me”. Una precisazione che ha scatenato reazioni a catena.

Di fatto una ammissione a metà. L’improvvisato videomaker senza cuore, infatti, subito dopo ha rimosso il suo commento. Pur sempre troppo tardi. Nel frattempo gli investigatori erano già riusciti a individuarlo e quindi a risalire al suo nome.

La vittima

Francesco Sandrelli, l’uomo morto in seguito all’incendio della tappezzeria della sua Golf mentre viaggiava sul Gra, a Roma, aveva 53 anni e viveva in Valdichiana.

Era un agricoltore con la passione per la pittura. Aveva esposto anche a New York, Londra, San Pietroburgo e Pechino, oltre che in numerose città italiane.

E’ morto in ospedale il 24 marzo, quasi 40 giorni dopo quella terrificante scena in cui mentre lui bruciava qualcuno filmava. Ora per chi lo derideva si profila il processo.