Madonna di Trevignano, vince la santona. Rimossi i sigilli al ‘santuario’

Prima rivincita per la 'santona' scomunicata: la procura non convalida il sequestro del Campo dei miracoli

Gisella Cardia al Campo dei Miracoli di Trevignano

Via i sigilli posti qualche giorno fa al campo dei miracoli, lo spiazzo verde sul lago di Trevignano dove la santona Gisella Cardia (fresca di scomunica)  ha radunato fino a marzo i fedeli e dove per anni (a suo dire) ha ricevuto ogni 3 del mese i messaggi della Vergine Maria. La Procura di Civitavecchia non ha convalidato il sequestro disposto dal Comune.

Prima rivincita per la ‘santona’ scomunicata: la procura non convalida il sequestro del Campo dei miracoli

I vigili di Trevignano dunque hanno oggi rimosso i sigilli restituendo i beni all’avente diritto, cioè a Gianni Cardia, marito della veggente scomunicata, sempre al suo fianco.

Il pm, nel decreto di non convalida del sequestro, scrive che “l’occupazione del terreno con i beni indicati non pare integrare un reale mutamento della destinazione d’uso del terreno agricolo”, come invece era stato ipotizzato dal Comune, “atteso – scrive ancora il magistrato – che l’uso per finalità cultuali non pare eccedere un uso realmente precario e neppure eccedere un fine contingente e limitato nel tempo“.

Sequestro non convalidato: si potrà tornare a pregare

Il sequestro da parte del Comune di Trevignano avrebbe impedito la prossima convocazione dei seguaci di Cardia, che si vedono ogni 3 del mese.

Il Comune aveva anche avviato le procedure amministrative per il ripristino dello stato dei luoghi notificando all’Associazione ‘La Madonna di Trevignano Romano Ets’ la comunicazione di avvio del procedimento per l’eventuale acquisizione al patrimonio del Comune. Ora la prima rivincita della Cardia, dopo lo stop religioso impostole dal vescovo e poi quello amministrativo dei vigili urbani.

La “santona” scomunicata

La santona di Trevignano era stata sconfessata dalla Diocesi di Civita Castellana a marzo. Nessun fenomeno sovrannaturale, era stato lapidario il vescovo Mauro Salvi. Da qui l’invito ai sacerdoti e ai fedeli di non frequentare i raduni della signora.

Il vescovo nella scomunica aveva bollato la presunta veggente come “inattendibile” e “autoreferenziale” arrivata a compiere “errori dottrinali attribuiti a Dio stesso, o alla Beata Vergine o a qualche santo durante le manifestazioni”.