Fiaccolata Asl Roma 1 per Rossella Nappini. La Direzione: “Era parte della nostra comunità”

Omicidio di Rossella Nappini: nel giorno dell'udienza di convalida del fermo del presunto killer, la fiaccolata nell'ospedale dove lavorava 

“È stata uccisa una donna, ancora una volta. Questa donna era una nostra infermiera, lavorava all’ospedale San Filippo Neri”. E’ con questo messaggio social che la Asl Roma 1, come una famiglia allargata che si stringe a quella della donna brutalmente uccisa, ha annunciato qualche ora fa l’intenzione di fare una fiaccolata in ricordo di Rossella Nappini, alle 19,00 di oggi giovedì 7 settembre.

La manifestazione silenziosa ma carica di dolore è stata aperta a tutti, proprio per smuovere le coscienze su un altro caso di femminicidio, mentre il presunto killer, manovale ma clandestino nel nostro paese, sul quale pendono anche provvedimenti di espulsione del territorio nazionale, si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Omicidio di Rossella Nappini: nel giorno dell’udienza di convalida del fermo del presunto killer, la fiaccolata nell’ospedale dove lavorava

Un’altra giornata a Roma e all’Ospedale San Filippo Neri si apre senza Rossella Nappini, l’infermiera 52enne uccisa nell’androne del palazzo dove viveva in via Giuseppe Allievo in zona Monte Mario, lunedì scorso, accoltellata con ferocia all’addome.

Per ricordare la donna che ha lasciato nel dolore sua madre e due figli, oggi si svolgerà una fiaccolata al San Filippo Neri, in via Giovanni Martinotti, 20, organizzata dalla Direzione Aziendale Asl Roma 1, in marcia insieme al Commissario Quintavalle per esprimere una ferma condanna alla violenza di genere: “Era parte integrante della nostra comunità ed è doveroso che tutta la ASL Roma 1 si unisca simbolicamente nel cordoglio” – dichiarano.

Nelle ore di dolore e di rabbia per un femminicidio che: “Non è mai solo un episodio di cronaca – come sottolineano ancora da Asl Roma 1 – e non esistono motivazioni reali per simili gestii“, si indaga invece su quelle che possono aver armato il presunto killer, cioè l’ex compagno marocchino di 45 anni indagato, e in attesa domani della convalida del fermo per omicidio volontario, richiesta dalla Procura di Roma.

Un gesto che potrebbe essere stato aggravato dalla premeditazione, perché l’uomo secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto del denaro alla vittima e lei glielo avrebbe rifiutato. Le analisi dei tabulati telefonici delle utenze della vittima e del presunto assassino, potranno rivelare dettagli fondamentali sugli scambi tra i due.

Alle ore 19 presso il San Filippo Neri partiranno i primi passi della fiaccolata commemorativa per Rossella Nappini con tutti colleghi che si definiscono “Fratelli nel dolore, fratelli nella sofferenza e nell’amore con cui facciamo il nostro lavoro”.

“Dopo anni di una vita passata ad affrontare il dolore, la malattia, la morte, con lacrime versate per persone mai conosciute a cui abbiamo dedicato il nostro amore, anche tenendole per mano negli ultimi istanti di vita, e dopo aver lottato nel 2012 tutti insieme contro la chiusura di un ospedale unico al mondo per la bellezza di chi ci lavora, e durante la pandemia che ha evidenziato le nostre capacità di trasformarci e rimboccarci le maniche, oggi il male ci ha toccato da vicino” – scrive in un post il Coordinatore M. Sereni, che tra qualche ora insieme a tutti i colleghi di Rossella Nappini, “serrerà i ranghi contro questo scempio in difesa delle donne, mamme, mogli, figlie, colleghe, amiche”.

Intanto oggi, il 45enne marocchino accusato dell’omicidio della donna, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida del fermo, nel carcere di Regina Coeli.