Parla il dietista: “Chi può mangiare il granchio blu e chi deve evitarlo”

Il granchio blu sta mettendo in ginocchio l'economia ittica: le soluzioni in corso per fronteggiarne l'invasione, e l'analisi dei pro e i contro sul consumo 

Granchio blu a tavola
Gli italiani da sempre hanno la capacità di trasformare i problemi in opportunità, e con l’invasione del granchio blu sembra stia succedendo lo stesso, da quando soprattutto è emersa la possibilità, già percorsa in altri paesi, di combatterne la presenza devastante, pescandolo a tutto spiano e mettendolo in padella. Ma è bene fare attenzione, spiegano i dietisti: “Non a tutti fa bene mangiarlo”.

Il granchio blu sta mettendo in ginocchio l’economia ittica: le soluzioni in corso per fronteggiarne l’invasione, e l’analisi dei pro e i contro sul consumo

Il granchio blu è diventato la croce delle coste italiane. Una presenza devastante che sta comportando danni per milioni di euro ad allevamenti di cozze e vongole, e all’ecosistema marino.

Ovunque si sta pensando a delle soluzioni per fronteggiare questa vera e propria calamità, ma la prima messa in pratica proprio da uno chef del Litorale romano oltre un anno fa, quando la specie iniziò ad invadere le coste, fu Pascucci, che ne elaborò una serie piatti da mettere sul menù, spiegando che il granchio blu, solo oggi sta facendo la sua comparsa sulle nostre tavole, ma in realtà è un alimento tipico in Tunisia, Brasile, Stati Uniti e Qatar.

Nonostante l’iniziale volontà di contenerne l’eccessiva diffusione senza ricorrere a soluzioni ancora più drastiche per l’equilibrio marino, oggi, come accade sempre nel limbo di una decisione sulle modalità di commercializzazione legale di un prodotto, è atteso un semaforo verde, che soprattutto metterebbe fine ad un mercato nero, a costi spropositati di questo crostaceo.

Intanto, c’è chi ne decanta le qualità organolettiche legate al sapore, la delicatezza e il contenuto di sali minerali e vitamina B12, “scontrandosi” con chi per le stesse ragioni suggerisce di evitarne il consumo.

Un allarme per gli ipertesi, e chi soffre di patologie renali e ritenzione idrica arriva da un esperto, l’immunologo e docente di “Fondamenti di dietetica e nutrizione” all’Università LUM, come riporta Adnkronos: “Nonostante i danni che sta creando all’equilibrio marino, il granchio blu può diventare un alleato a tavola perché ricco proteine e povero di acidi grassi saturi a vantaggio della salute del cuore – spiega -, ma i livelli di sale sono elevati e dunque a questi crostacei devono prestare particolare attenzione le persone ipertese e con patologie renali e ritenzione idrica, così come i soggetti allergici considerando le sue importanti proprietà istamino-liberatrici”.

Il Granchio blu ideale per le diete e la salute del cuore: ecco perché

È invece la sua ricchezza di proteine rispetto alla quantità di acidi grassi saturi che ne può rendere opportuno il consumo a beneficio della nostra salute, anche secondo i dati forniti dal Dip. dell’Agricoltura degli Stati Uniti dai quali emerge che una porzione di 100 grammi di granchio blu, corrisponde ad appena 87 kcal, e cioè lo 0,04 grammi di carboidrati, e 1,08 grammi di grassi – con solo 0,22 grammi di grassi saturi.

Più alto è invece il contenuto proteico, di 18g di proteine, e purtroppo la presenza di sale di più di 700 mg per 100 grammi di prodotto. Insomma, in tal caso, l’ideale per chi vuole controllare il peso, migliorare la salute cardiaca e fare il pieno di minerali come zinco, selenio, rame, e vitamine del gruppo B e vitamine E e D.

Gli interventi del Governo e la necessità di una filiera controllata

La serie di riflessioni dettate da evidenze scientifiche arrivano in questo momento in cui il primo pensiero del Governo è stato quello di autorizzare con il Decreto Omnibus, un esborso di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura e allo smaltimento dei granchi blu, giunto da altri mari nell’Adriatico e in parte del Tirreno, e con una particolare aggressività divoratrice della fauna ittica locale.

E intanto ancora più importante sembra diventata la necessità di creare una filiera nuova e dedicata alla commercializzazione di questa specie nel settore ittico, che porti dalla trasformazione al consumo a tavola e nei ristoranti, del granchio blu, combattendo così anche il mercato nero, e creando ulteriori opportunità di business legale.